Modica, "Non spegniamo le luci sulla strage in Congo": documento del Consiglio
È stata approvata dal Consiglio Comunale di Modica la mozione che chiedeva di aderire alla Petizione “Non spegniamo le luci sulla strage in Congo!”
Con questo atto, l’organo più rappresentativo della città ha fatto sue le richieste contenute nell’appello promosso dai sacerdoti di Rosolini in rappresentanza delle loro comunità e di un vasto movimento di gruppi e singoli cittadini di ogni parte d’Italia. A distanza di oltre sette mesi dall’uccisione dell’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo, è di grande importanza cercare di mantenere viva l’attenzione su questo martoriato popolo e attivarsi affinché cessino le violenze, le rapine e i soprusi che si compiono da decenni.
Ed è proprio questo il segnale forte ed importantissimo che, tramite questo atto, il Consiglio Comunale di Modica manda al Governo Italiano, alle istituzioni europee e all’ONU.
Perché se è assodato l’impegno di una larga fascia della popolazione italiana in attività di solidarietà e di lotta alle ingiustizie in tanti paesi africani e del sud del mondo, avviando relazioni, innanzitutto di amicizia, con le popolazioni locali, non è assolutamente scontato che a muoversi in questa direzione sia un’istituzione pubblica come il Consiglio Comunale di una città.
Ma nel caso specifico, considerato il forte legame che da diversi decenni lega la città di Modica alla regione del Nord Kivu e, in particolare, alla zona ricadente nella diocesi di Butembo-Beni, si può ben dire che questa scelta non può meravigliarci ma appare del tutto scontata.
È, infatti, proprio nelle zone teatro del tragico assassinio che opera da anni l’ostetrica modicana Concetta Petriliggieri, la quale, insieme al sacerdote pinerolese, padre Giovanni Piumatti ha dato vita ad esperienze comunitarie basate su fondamenta di accoglienza e solidarietà, prima a Lukanga e poi a Muhanga.
Da queste esperienze è poi scaturita l’idea del gemellaggio tra le due diocesi di Butembo-Beni e Noto.
Oggi i vari gruppi nati nella diocesi di Noto e in diverse parti d’Italia a sostegno dell’esperienza di Muhanga e di altre comunità gemellate del Nord Kivu, sono impegnati in iniziative volte a rompere il silenzio e l’indifferenza che coprono la strage che si compie, quotidianamente, ai danni delle popolazioni congolesi e a denunciarne le cause.
Come era prevedibile, infatti, senza alcun clamore, anche dopo l’omicidio dell’ambasciatore e dei suoi accompagnatori, sono continuati ininterrottamente, gli orrori, le violenze efferate e le uccisioni ai danni della popolazione inerme, vittima sacrificale degli interessi degli stati confinanti e delle connivenze internazionali, i quali mantengono una caotica situazione di conflitto perenne allo scopo di poter più facilmente rapinare e saccheggiare le enormi ricchezze che offre questo territorio.
L’approvazione di quest’atto, che vede come primo firmatario il consigliere Marcello Medica del M5S, insieme ai colleghi del PD, Ivana Castello e Giovanni Spadaro, e del gruppo Modica 2038, Filippo Agosta ed Enrico Morana e che ha ricevuto il voto favorevole di 18 consiglieri su 19 presenti, impegna il Consiglio Comunale, tramite la Presidente, Carmela Minioto, ad aderire ufficialmente alla petizione e, conseguentemente, si auspica porti tutti i consiglieri comunali, ad apporre, ciascuno, la propria firma.
“Ci attiveremo affinché questo importante risultato sia anche foriero di analoghi atti da parte di altri enti locali, come già avvenuto, ad esempio, nel Comune di Desio, dove è stato presentato ed approvato un ordine del giorno che ricalca i contenuti dell’appello votato a Modica. Crediamo sia questo il modo migliore di muoversi nel solco dello spirito solidale e accogliente che caratterizza la nostra città”, dichiarano i cinque consiglieri proponenti la mozione".