Addio a Carmelo La Rosa, la 'volpe' della politica floridiana
Il professor Salvo Sequenzia, ricorda l'ex assessore provinciale e più volte consigliere a Floridia Carmelo La Rosa, morto ieri sera dopo una lunga malattia. Aveva ricoperto tutti i ruoli possibili nella pubblica amministrazione. Era una 'volpe' della politica locale.
Il disegnatore Antonio Mangiafico, in una serie di vignette apparse su periodici satirici locali a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, raffigurava Carmelo La Rosa nelle sembianze di una volpe, quella “golpe” che Nicolò Machiavelli, nel XVIII capitolo del Principe, addita, insieme al “lione”, a caratteristica del vero politico. Quella raffigurazione interpretava una percezione radicata nella coscienza della comunità floridiana e sottolineava, simbolicamente, la statura e l’indole di un uomo politico di prima grandezza. Credo che nessun ritratto calzi meglio di quello, di raffinata e colta eleganza, disegnato dalla graffiante matita di Mangiafico per descrivere Carmelo La Rosa, che ieri ci ha lasciati dopo una lunga, strenua, coraggiosa lotta per la vita che, in questi ultimi mesi, tra angoscia e speranza, ha tenuto, sino all’ultimo, sospesi a un filo la famiglia e gli amici. Quel tenue filo che legava Carmelo alla vita si è, purtroppo, spezzato in queste ultime ore, ponendo fine al tormento e chiudendo per sempre la vicenda umana di un personaggio tra i più complessi e brillanti che hanno segnato la vita politica floridiana per oltre un trentennio. Dai lontani esordi nel Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante, del quale era destinato a diventare delfino, sino all’adesione al Movimento civico “Primavera Floridiana”, alla fine degli anni Ottanta, Carmelo La Rosa ha attraversato il mondo politico da protagonista indiscusso. Più volte consigliere comunale nella sua città, assessore comunale e provinciale, non c’è settore della pubblica amministrazione in cui Carmelo non abbia lasciato una impronta indelebile del suo operare. Conoscitore impareggiabile della macchina amministrativa, intimo degli «arcana imperii» come il suo prediletto e studiatissimo Tacito, esperto manovratore di bilanci, abile e astuto tessitore politico, a Carmelo La Rosa si devono iniziative fondamentali che hanno portato all’ammodernamento nell’organizzazione e nella gestione dei servizi amministrativi del comune di Floridia: tra esse, la trasformazione della biblioteca comunale di Palazzo Casaccio, sua creatura, in un vero e proprio Palazzo della Cultura, con l’introduzione di alcuni servizi destinati agli alunni delle scuole e agli studenti universitari e con l’attivazione dei servizi multimediali, che fece della biblioteca comunale di Floridia una delle prime in Italia ad essere informatizzate e a mettere a disposizione gratuita dei cittadini postazioni multimediali collegate al web. Grazie a lui manifestazioni come il Natale, il Carnevale, la festa dell’Ascensione, la Festa delle Luci, uscirono fuori da grette e miopi gestioni municipalistiche per divenire momenti fondamentali di un percorso di sviluppo locale che anticipava i tempi lungo quella linea di economia sostenibile che poneva al centro di strategie di sviluppo il territorio, i suoi saperi, la sua identità. L’attenzione alla realtà degli emigrati floridiani, di cui si sentiva orgogliosamente parte, al mondo dei giovani, della scuola e della cultura è stata una nota dominate dell’attività politica ed intellettuale di Carmelo, che è stato un politico colto, appartenente a una generazione di dirigenti politici per cui era impossibile pensare alla politica senza lo studio, la ricerca, la riflessione approfondita. Carmelo è stato anche un brillante oratore: i suoi erano discorsi eleganti, non retorici, mai urlati, sapidi di ironia e di arguzie, in perfetto stile “attico”. Carmelo aveva anche il dono di una scrittura scorrevole ed efficace, il che accresceva l'autorevolezza ai suoi scritti e ai suoi interventi politici. Nei suoi saggi dedicati alla letteratura italiana, all’antropologia, alla teoria della comunicazione e dei new media traspaiono sempre, nella finezza e nell’eleganza dello stile, una densità di concetti e una stringente argomentazione. Mentre scrivo queste note, mi torna alla mente il ricordo di una notte ortigiana del giugno 1995, mentre Carmelo ed io passeggiavamo lungo la Mastrarua e lui mi raccontava la storia della sua vita. Una vita piena, gioiosamente vissuta – malgrado la pena di dolorose prove - nel “servizio” reso alla comunità, a Floridia, la sua città in particolare; e nell’incondizionato amore per la famiglia. Carmelo La Rosa è stato un mio amico. Egli è stato il mio Achille, io il suo Patroclo. Oggi lo piango con lo stesso dolore con cui Achille versò lacrime di impotenza e di rabbia per l’amico perduto per sempre. Ciao, Carmelo, vale atque vale mio cara amico...
Salvo Sequenzia