Raffaele Lombardo assolto: "In questi 12 anni ho sofferto per l'aggressione mediatica"
"Per un uomo politico che in quel momento era il presidente della Regione l'attacco mediatico, l'aggressione mediatica che ha caratterizzato i primi mesi di questa lunga storia è stata la cosa più terribile, quella che era difficile fronteggiare perché a quel tempo c'era l'attacco quotidiano, la vicenda giudiziaria, la presidenza della Regione, la guida di un partito (Mpa) sinceramente non era facile da vivere e da condurre...". Lo ha detto, ai microfoni di Prima Linea Tg, il telegiornale di Telecolor, l'ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, dopo l'assoluzione, ieri, dalle accuse di concorso esterno alla mafia e corruzione elettorale. La forza per affrontare il processo? "Io ho fede, ho sempre avuto fede e ieri si dà il caso che questa sentenza è arrivata mentre ero in chiesa, purtroppo per il funerale di un caro amico. E ho fatto caso a questo: che l'essere arrivata in quel momento la notizia dell'assoluzione mi ha confermato nella mia fede. Poi la famiglia, i valori nei quali si crede, nelle persone che mi sono state accanto, non tantissime, ma forse i veri amici, i pochi che nella vita abbiamo la fortuna di avere".
Alla domanda di quanti amici ha perso nei 12 anni del processo e quanti ne ha riconquistati Lombardo ha concluso: "Lasciamo perdere da ieri, francamente non so come fronteggiare i messaggini, le telefonate, non so se mi sono arrivate duemila chat e altrettanti messaggini, oltre le telefonate. Sì, moltissimi se ne sono andati, ma poi chi sono gli amici? Ieri ragionavo a proposito di questo mio amico che purtroppo ci ha lasciato, sono quelle pochissmime persone che ti danno tutto se stesse senza pretendere in cambio qualcosa, senza aspettarsi in cambio nulla. Questi sono pochissimi nella vita, per tutti, politici e non politici, saranno cinque, sei, quattro, tre se si ha la fortuna di averli. Il resto è ntutto il mondo che ti gira attorno e per cartità è normale anche questo.
Non c'è da scandalizzarsi...".