Siracusa, sequestrate due ville da 300 mila euro a Pietro Crescimone
Su delega della Procura Distrettuale di Catania, Personale della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Siracusa, ha dato esecuzione ad un ulteriore Provvedimento di Sequestro di beni emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta congiunta del Procuratore delle Repubblica di Catania e del Questore di Siracusa, nei confronti del pregiudicato Pietro Crescimone, 50 anni, nativo di Lucca Sicula (AG), residente da molti anni a Siracusa ed attualmente recluso.
Il Decreto in questione fa seguito ad analogo provvedimento ablativo emesso dalla medesima A.G. lo scorso 12 marzo 2021, in forza del quale erano già stati sequestrati tre appezzamenti di terreno arborei seminativi, la cui estensione complessiva è di circa 12 mila metri quadrati, di assoluto valore commerciale in quanto inseriti nel PRG come aree di potenziale sviluppo edilizio, ubicati a Siracusa – Strada Carancino, oltre ad un’autovettura di lusso, un motociclo ed un camion intestati allo stesso Pietro Crescimone.
L’odierno Provvedimento ha consentito di poter sequestrare un ulteriore vasto appezzamento di terreno, adiacente a quelli già in sequestro, su cui insistono due immobili ad uso abitativo di pregio, del valore stimato di oltre 300 mila euro edificati in violazione di ogni norma in materia edilizia (fatti per i quali Pietro Crescimone veniva deferito all’A.G. di Siracusa).
Il Provvedimento ultimo è stato emesso dalla Sezione Misure Patrimoniali del Tribunale di Catania che ha rivalutato positivamente le integrazioni investigative svolte d’intesa dalla Procura della Repubblica di Catania e dalla Divisione Polizia Anticrimine di Siracusa sui beni riconducibili a Crescimone, in un primo momento rimaste escluse dal Decreto di Sequestro comminato nei confronti dello stesso nel marzo 2021.
Le Misure di Prevenzione patrimoniali adottate si fondano sulla “qualificata” pericolosità sociale del soggetto acclarata dalla commissione di una moltitudine di delitti posti in essere sin da giovanissimo prevalentemente contro il patrimonio, con violenza sulle cose e le persone, facendo ricorso anche all’uso delle armi. Accadeva però che a partire dal maggio 2017, Pietro Crescimone veniva arrestato e successivamente colpito da altri provvedimenti cautelari che lo vedono pienamente inserito nella consorteria mafiosa dei “Trigilia - Pinnintula” di Noto. Infatti, prima venne tratto in arresto in flagranza di reato poiché trovato in possesso di 71 chili di sostanza ad effetto stupefacente del tipo “hashish”, successivamente per il tentativo di estorsione in danno di una ditta incaricata della raccolta dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Noto – “Operazione Piazza Pulita” e, ancora, nell’ambito dell’operazione denominata “Vecchia Maniera” gli veniva riconosciuto un ruolo di assoluto rilievo nell’attività criminale del clan, per conto del quale commetteva molteplici reati quali detenzione, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, tentata estorsione in concorso e danneggiamento detenendo, portando al seguito e facendo uso delle armi.
L’assoluta sproporzione tra i beni posseduti d Pietro Crescimone e i redditi dichiarati inesistenti, attestano come le proprietà oggetto del provvedimento siano riconducibili ai proventi derivanti dalle attività delittuose dallo stesso commesse negli anni.