Modica, la scuola Giovanni XXIII a rischio sfratto per far posto alla "Casa della salute"
Scuola o struttura sanitaria? Il dilemma, a dire il vero, non dovrebbe nemmeno porsi se si guarda alla ovvietà “Costituzionale” di due ambiti fondamentali della società civile. In Sicilia, tuttavia, il nuovo Piano sanitario regionale sta alimentando i dubbi su alcune decisioni annunciate dalle amministrazioni comunali locali e dalle Aziende sanitarie. E’ quello che sta succedendo a Modica con il progetto di una casa della salute, in zona Sacro Cuore, dove, negli Anni Settanta, è sorta quella che è diventata una cittadella degli studi e dove si trovano quasi tutti gli Istituti scolastici della città.
C’è una scuola, in particolare, che si sente penalizzata dal progetto sanitario: è la Giovanni XXIII che, nella sua sede attuale, ospita sei classi con 140 alunni e la cosìddetta scuola serale. L’ipotesi al vaglio dell’Asp di Ragusa e del Comune di Modica è quella di demolire l’ala attualmente chiusa perchè inagibile per adibirla a casa della salute. La Giovanni XXIII potrebbe continuare ad esistere nell’attuale sede ma si troverebbe ad operare a strettissimo contatto con la struttura sanitaria che, a sua volta, sarebbe una sorta di “corpo estraneo” nel contesto di un’area vocata all’Istruzione. I docenti e i vertici della Giovanni XXIII chiedono, quindi, che si trovi un’altra soluzione per realizzare la casa della salute e che, magari, dopo la demolizione dell’edificio chiuso, quello spazio possa tornare ad ospitare le altre classi che sono state costrette ad emigrare in un’altra sede. Il timore è che il progetto sanitario possa portare anche alla chiusura dell’immobile occupato dalle sei classi e, quindi, ad altri disagi per alunni e docenti che sarebbero trasferiti in un altro edificio: una sistemazione probabilmente precaria.
Le rivendicazioni della scuola saranno portate, nei prossimi giorni, all’attenzione del sindaco di Modica, Ignazio Abbate, per chiedere che si trovi un’altra soluzione per la realizzazione della casa della salute.
Secondo quanto prevede il Piano sanitario regionale, le “case di comunità o della salute” saranno strutture di 800 metri quadrati in cui opereranno dai 30 ai 35 medici h24, sette giorni su sette. Ci saranno medici di famiglia, specialisti ambulatoriali, pediatri di famiglia, infermieri di famiglia. E’ prevista anche la guardia medica. Il progetto comporterà, naturalmente, l’assunzione di nuovo personale affinchè il progetto non resti soltanto sulla carta. Altrimenti il risultato finale potrebbe essere quanto meno deludente: avere danneggiato una istituzione scolastica e non potere offrire una assistenza sanitaria degna delle aspettative prospettate dal nuovo Piano regionale.
Concetto Iozzia