Modica, emergenza rifiuti: verso soluzione dopo mediazione della Cgil
Sono circa 600 le tonnellate di spazzatura sparse nel territorio di Modica che la ditta Puccia dovrebbe raccogliere nel giro di una settimana facendo opera meritoria nei confronti della città. Ma non solo. Sarebbe una tappa di avvicinamento all’incontro del 30 settembre tra la commissaria Domenica Ficano e i vertici dell’azienda di Salvatore Puccia per trovare una soluzione al contenzioso con il Comune che si è detto pronto a rateizzare il credito vantato dalla ditta che ammonterebbe a circa 3 milioni di euro. La modalità di rimozione dei rifiuti è stata discussa tra la commissaria e la ditta Puccia che, in territorio di Modica, ha un impianto di trattamento dove, in questo periodo, hanno scaricato i comuni di Scicli, Ispica, Pozzallo e, qualche volta, anche Ragusa. Porte sbarrate, invece, al Comune di Modica per via del credito vantato. Ora si apre uno spiraglio grazie alla mediazione del segretario provinciale della Flai Cgil e segretario della Camera del Lavoro di Modica, Salvatore Terranova (nella foto).
“La Camera del Lavoro di Modica – afferma Terranova – ha sollevato da almeno due settimane il problema della “chiusura” all’ente di Palazzo San Domenico dell’impianto Puccia e si è adoperata, nelle forme che spono tipiche delle relazioni sindacali, per fare incontrare la ditta e la commissaria. Cosa che è avvenuta a conclusione di un lavoro certosino di mediazione. Tanto che la ditta ha deciso di non voltare le spalle alla città in attesa di perfezionare un accordo con il Comune che possa soddisfare le legittime aspettative di chi deve ricevere dei pagamenti per il lavoro effettuato in passato”.
La speranza, adesso, è che si concretizzi l’impegno della ditta Puccia di liberare il territorio di Modica dalle montagne di rifiuti che hanno danneggiato l’immagine della città alimentando anche facili speculazioni di natura politica.
Così come hanno fatto la Camera del Lavoro e diverse espressioni della società civile, non bisogna abbassare la guardia e pretendere dalle Istituzioni un impegno concreto per evitare il ripetersi di un fenomeno aberrante che ha origine a livello regionale ma che si ripercuote, in maniera drammatica, sulla pelle delle Comunità locali.