L’era della gratuità di internet: democrazia futura o semplice business?
Navigare su internet apre porte e offre opportunità mai viste prima. Si può accedere all’informazione, si può comunicare, si può cercare lavoro, si può studiare. Azioni che per secoli erano appannaggio di una cerchia ristretta, di una élite aristocratica, oggi sono a disposizioni di tutti, proprio grazie al web e alla sua sterminata capacità di offrire contenuti gratis.
Un nodo, quello della gratuità di internet, che negli ultimi tempi è stato affrontato da esperti di tutto il mondo. Nel nostro paese, in questo, l’ultimo contributo è quello di Renato Parascandolo, giornalista, saggista, dirigente d’azienda ed ex direttore di Rai Educational, dal titolo “Internet: opinione di massa ed economia del gratis”. Al suo interno l’autore si sofferma in particolar modo su due aspetti, il primo è quello della fine del dibattito pubblico, visto come una vera e propria catastrofe, il secondo è quello dell’economia del gratis, descritto come “modello di business, fondato sulla pubblicità, che procura a Google e Facebook una capitalizzazione di diverse centinaia di miliardi di dollari e margini di profitti impensabili per ogni altra impresa nella storia del capitalismo”.
Se qui la gratuità di internet viene vista come un aspetto negativo, è impossibile però non citare anche alcuni aspetti positivi. Gli stessi modelli di business basati sulla pubblicità che vengono descritti da Parascandolo offrono l’opportunità di accedere a un’informazione libera e aperta, con risorse educative e culturali disponibili a chiunque. Diverso il discorso poi del marketing della gratuità, che offre servizi, contenuti e prodotti gratis in un’ottica di fidelizzazione del cliente. Basti pensare a quanto sta succedendo nel gaming, un pilastro della nuova economia italiana, con slot online gratis dei principali produttori internazionali che sono accessibili da chiunque e in qualsiasi momento, senza alcun costo. Questa strategia non solo attira nuovi utenti, ma crea anche un legame più forte con il brand, aumentando le possibilità che questi diventino clienti paganti in futuro.
Tornando a discorsi generali legati a internet, sul web è possibile trovare software open source e licenze gratuite che mettono in moto l’innovazione collaborativa, il rapporto e la collaborazione con la comunità investendo anche sulla partecipazione democratica allo sviluppo, alla politica, all’opinione.
C’è solo un ultimo grande interrogativo: l’accesso a internet è veramente offerto a tutti nella stessa maniera? Nel nostro Paese no. Lo dice l’Istat che all’interno del dossier dal titolo “I divari territoriali del PNRR: 10 obiettivi nel Mezzogiorno” spiega come più della metà dei residenti del Sud Italia, precisamente il 60%, abbia difficoltà ad accedere alla connessione internet veloce, con quote di accessi alla rete inferiori alla media nazionale. Un Digital Divide che vede il Centro Nord all’83% di diffusione di internet nelle famiglie contro il 77% del Sud. Una differenza che non è solo tra Meridione e Settentrione d’Italia, ma anche tra città e zone rurali: se nelle prime le tecnologie sono disponibile per il 97% delle persone, nelle seconde la percentuale scende a 88%.
È qui insomma che si deve lavorare per rendere l’accesso ad internet un diritto universale. E per aprire a tutti le possibilità di accedere alla democrazia del futuro e all’economia del gratis.