Addio elezione diretta nelle Province, l'Ars boccia a voto segreto l'intero apparato normativo
Bocciato all'Ars, con voto segreto, l'articolo 1 della legge sulle Province. Il voto decreta la bocciatura dell'intero apparato normativo. Il disegno di legge ha ottenuto 25 favorevoli e 40 contrari. Sfuma così il tentativo del Governo regionale di reintrodurre il voto diretto nelle Province in Sicilia.
"Le opposizioni e la maggioranza sembrano essere un'unica cosa ormai: continuano a mandare sotto il governo Schifani. Chi non vuole vedere può continuare a far finta di nulla, ma è chiaro che la vera maggioranza è l'opposizione oggi. Qui si parla di istituire la province ma già dovremmo pensare alle prossime regionali che, di questo passo, non sono così lontane". A dirlo il deputato regionale Ismaele La Vardera di Sud chiama Nord, dopo che il ddl province è andato sotto durante la seduta d'aula odierna.
"Suscita grande sconcerto il voto dell'Assemblea Regionale che, nei fatti, blocca il percorso del disegno di legge per l'elezione diretta degli organi di province e città metropolitane". Lo dichiara il segretario nazionale della Democrazia Cristiana, Totò Cuffaro.
"Di fronte a partiti di maggioranza compattamente schierati per raggiungere l'importante obiettivo, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, abbiamo registrato, incredibilmente, scelte di segno opposto di diversi deputati della stessa maggioranza. Con la complicità del voto segreto - continua Cuffaro - qualcuno è stato, evidentemente, guidato da ben altri intendimenti e, probabilmente, preoccupato dalla possibilità di restituire ai cittadini la parola sul governo degli enti di area vasta. Sarebbe stato opportuno che chi non voleva il ritorno delle Province lo dicesse per tempo, evitando la vergogna a cui abbiamo assistito oggi. Chi ha votato contro non ha tenuto conto dello stato indecoroso di scuole, strade provinciali dissestate e divenute, a causa dei rifiuti, discariche a cielo aperto, anteponendo l'interesse proprio a quello dell'intera comunità". "La bocciatura del disegno di legge sul voto diretto nelle Province in Sicilia rappresenta l'ennesima sconfitta, per il governo di Renato Schifani, nel giro di pochi giorni. L'Assemblea, con il voto segreto richiesto dal nostro gruppo e che ha visto 25 favorevoli e 40 contrari, al mantenimento dell'articolo 1 della norma, ha bocciato la norma sulla elezione diretta per le province mettendo in evidenza una maggioranza che è andata sotto". Così il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, che aggiunge: "Avevamo invitato il presidente Schifani a un confronto costruttivo su un anno di attività, ma purtroppo la sua presenza oggi sembra essere stata ancora una volta sfortunata per la sua stessa maggioranza. Lo avevamo detto all'inizio dei lavori che la sua presenza Presidente non avrebbe portato bene. È evidente che l'atteggiamento intimidatorio del presidente Schifani non ha sortito gli effetti sperati. La sua presenza in aula sembra aver contribuito alla disgregazione della sua stessa maggioranza.
È giunto il momento di voltare pagina e di scegliere un presidente degno di questo nome. Alla luce di quanto è successo il presidente Schifani non può che dimettersi. C'è di mezzo credibilità della Sicilia. D'altronde lui stesso aveva affermato entrando in aula che si sarebbe dimesso in caso di voto negativo, sia coerente e si dimetta".
- "Quella scritta qui all'Ars con la bocciatura del disegno di legge sulle Province non è una bella pagina. Nonostante le mie perplessità sul rischio di un'impugnativa dei comizi elettorali da parte di qualsiasi elettore davanti al Tar, sono infatti rammaricato per l'esito di questo voto poiché condivido la necessità di ridare la parola ai cittadini in un organismo così importante". Lo afferma Giorgio Assenza, capogruppo
all'Ars di Fratelli d'Italia, aggiungendo: "Dobbiamo anzitutto riflettere seriamente sull'opportunità di mantenere nel regolamento dell'Ars il voto segreto su tutte le materie. Mi assumo l'impegno di proporre una norma che modifichi questa assurdità e vergogna, in modo da riservare il voto segreto solo a specifici argomenti e nelle valutazioni sulle persone.
Considerando che a livello nazionale la reintroduzione del voto diretto per le Province è attesa nel 2025, ritengo che intanto in Sicilia debba cessare l'era decennale dei commissariamenti, facendo ricorso in questa fase almeno all'elezione di secondo livello. Infine sono del tutto contrario all'accanimento manifestato qui in aula contro il presidente Renato Schifani, il quale coraggiosamente ha sollecitato i partiti della maggioranza a fare quadrato su questa riforma per adempiere a uno dei punti programmatici del governo regionale. Purtroppo così non è stato, ma ciò non giustifica di certo atteggiamenti arroganti nei suoi confronti".
"Il parlamento regionale ha sfiduciato palesemente per la seconda volta il presidente Schifani presente in aula. La prima volta con il disegno di legge che salvava gli ineleggibili, ed oggi con l'altro suo cavallo di battaglia ovvero la restaurazione delle province regionali e delle relative poltrone. Se fossi il Presidente Schifani trarrei le dovute considerazioni da questa ennesima bocciatura. La maggioranza di destra non esiste più e non rappresenta i siciliani". A dichiararlo è il deputato regionale e coordinatore del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola, a commento della seduta dell'Ars, dove il governo regionale e la sua maggioranza sono andati sotto, numericamente, con il voto segreto sull'articolo 1 del Ddl sulle province.
"Con questa sonora bocciatura - aggiunge Di Paola - ribadiamo la nostra posizione contraria a questo DDL province. Evitiamo di creare storture normative che danneggiano i siciliani. Abbiamo chiesto il ritiro del disegno di legge ma Schifani non ha voluto darci ascolto, ecco perché abbiamo chiesto il voto segreto. Ci sono ben altre emergenze di cui dobbiamo occuparci come rappresentanti dei siciliani: dalla viabilità all'agricoltura, da quella della sanità alla crisi di liquidità delle famiglie. I siciliani non possono più aspettare e non sanno cosa farsene della moltiplicazione delle poltrone", conclude Di Paola.
“Dispiace perché ci abbiamo lavorato per più di un anno ma non ci facciamo scoraggiare. Le province sono una priorità perché la situazione di degrado di strade e scuole, per dirne solo due, sono sotto gli occhi di tutti. Già da domani sono disponibile a riprendere il percorso in Commissione di un nuovo DL che potrà essere discusso solo a partire dal 16 marzo, cioè dal primo giorno della nuova sessione parlamentare. Questo voto contrario in un momento cruciale dell’attività amministrativa per la Regione Sicilia non deve mutare l’attività di Governo che nelle prossime settimane dovrà essere intensa e cruciale per quanto riguarda la programmazione dei fondi strutturali che dovranno buttare le basi per le nuove infrastrutture e per il sostegno a famiglie e imprese, una su tutte la crisi agricola che in questi giorni si sta evidenziando in modo eclatante”. Lo dichiara il Presidente della Prima Commissione, nonché primo firmatario del DL, l'onorevole Ignazio Abbate.
"Il voto di oggi all'Ars era una morte annunciata. Adesso bisogna pensare alle elezioni di secondo livello nelle Province. la maggioranza è rimasta vittima delle sue stesse forzature". A dirlo è stato il deputato del Pd all'Ars, Nello Dipasquale, intervenendo a Sala d'Ercole dopo il voto sul ddl Province. Dipasquale ha poi aggiunto una considerazione sul voto segreto: "Uno strumento di democrazia che difenderemo".