Il Palio dell'Ascensione di Floridia legato anche alla buona cucina
Uno degli elementi costitutivi della festa dell’Ascensione è stato, da sempre, il buon cibo legato alle origini contadine del borgo floridiano. Il piatto par excellence della festa erano i babbuci latini, lumachine che crescono su arbusti di cardo, carciofo, spine, timo, più comuni e facili da trovare; i crastuna, lumache più grosse e gustose delle prime; e ‘ntuppateddi, tipo di lumaca scura, non molto grossa e con il guscio chiuso da una membrana bianca, da cui il loro nome -‘ntuppata (tappata) - molto difficili da trovare, poiché si rinvengono ad oltre dieci centimetri sotto terra, accanto ai muri a secco o sotto le radici di alberi, e che sono un piatto tipico della cucina iblea realizzato secondo una ricetta a base di olio d’oliva e vino conosciuta con il nome di ‘ntuppateddi a ‘mbriaca. Luoghi caratteristici dove si servivano i piatti della tradizione legati all’Ascensione erano i ‘ncantini (cantine), botteghe di vino dove venivano serviti anche piatti semplici, uova dure, formaggi e pane di casa. Le più rinomate, attive sino agli anni sessanta, erano la ‘ncantina da za Zudda e da Panara in via Pellico, quella da ‘Llampata e di Don Pasqualinu ‘u Riecu in via Alfieri, da Partanna in via Palestro, da Fernando in via Giusti e da La Rosa in piazza Faraci. Questi luoghi erano facilmente riconoscibili per il segno particolare – la ‘frasca’ o ‘giummu’, un mazzo di rami di limone che veniva appeso a testa in giù sul lato della porta di ingresso del locale. Un’altra caratteristica della festa era la passeggiata serale della domenica, che avveniva lungo il tratto di Corso Vittorio Emanuele sfolgorante di luminarie, fra via Alfieri e via Galilei, detto ‘i balateddi. Col trascorrere del tempo la corsa dei cavalli dell’Ascensione assunse l’importanza di una vera e propria competizione ippica. Negli anni venti il Corso non veniva transennato, poiché bastava un lungo filo di ferro legato ai pali dell’illuminazione pubblica lungo il Corso. I cavalli partivano a ‘mussu’, cioè accostati muso a muso, e venivano ‘parati’, fermati all’altezza dell’attuale via Roma. Nel 1934 cominciarono a comparire le prime transenne in legno, che saranno utilizzate sino al 1953. Negli anni del dopo guerra, ai fantini e ai cavalli locali si affiancano anche cavalli e fantini provenienti da Avola, Catania, Palermo, Acate. In quegli anni si definisce il percorso di ottocento metri, e venivano anche stabiliti sia la partenza, all’incrocio con il viale Vittorio Veneto, sia l’arrivo, in via Polisena. Nel 1954 verranno introdotte le paratie realizzate con i tubi Innocenti, che negli anni settanta passeranno da due a tre file. La corsa dei cavalli prende il nome di ‘Gran Premio ippico Ascensione’. Agli inizi degli anni ottanta vengono predisposte le prime gabbie di partenza ad apertura manuale. La prima grande trasformazione della corsa avviene fra la metà degli anni settanta e gli inizi degli anni ottanta, con la presenza di vere e proprie scuderie locali e regionali, con fantini professionisti e con cavalli purosangue acquistati in prestigiose scuderie nazionali. Sempre negli anni settanta furono introdotte le corse dei ‘barroccini’, che durarono tre stagioni, dal 1973 al 1975. Alla generazione di fantini rappresentata da nomi quali Salvo Formica (Farfallina), Paolo Gianni, Ciccio Carpinteri, Turi Vasile, Giovanni Latina, Carmelo Barbagallo, Turi Zappulla (Manciacani), Franco Mudanò, subentrano nuove generazioni e nuovi nomi, come Paolo Giuliano, Giovanni Formica, Angelo Podda, Carmelo Cannarella, i fratelli Vasile. È negli anni ottanta che nasce il ‘Gran Premio ippico Festa Ascensione’. Nel 1991 il Gran Premio ippico vede gareggiare la prima donna fantino della sua storia. È una cittadina inglese, Julie Houlker, che monterà il cavallo OK for Sound della scuderia di Corrado Ierna. Nel 1996, invece, Maria Pulvirenti sarà la prima vincitrice donna del Gran Premio ippico montando il cavallo Light Horne. La seconda grande trasformazione della corsa dei cavalli avviene agli inizi degli anni novanta, ed è legata alla nascita dell’Ippodromo del Mediterraneo. La grande struttura, sorta in contrada Spinagallo sui terreni del barone Gaetano Francica Nava acquistati dalla Marconi S.p.A., viene inaugurata l’8 dicembre del 1995, ricorrenza della festa dell’Immacolata, patrona di Floridia, a evidenziare lo stretto legame esistente tra la città del palio e la nuova struttura ippica. Nel 1994 la festa dell’Ascensione sarà arricchita dalla istituzione dei comitati di quartieri, di cui questo anno ricorre dunque il trentennale. I quartieri realizzeranno, oltre alla ormai tradizionale sfilata lungo il Corso con i gonfaloni e i colori dei quartieri storici (Marchesa-Vignalonga, Santuzzo-Carmine, Chiazza-Chianu ‘i Masciu Vartulu, Stazione-Taverna; nel 2001 sarà istituito un nuovo comitato, in rappresentanza del quartiere ‘Orto di Nava’, zona Vasche), anche sagre ed appuntamenti ludici e folclorici. Nel 1994 l’Amministrazione Ortisi acquisterà le nuove transenne metalliche, mentre nel 1999 saranno installate le gabbie di partenza ad apertura automatica, sul modello di quelle attive presso l’Ippodromo. Nel 1995 il nome del ‘Gran Premio ippico Festa Ascensione’ sarà cambiato in ‘Gran Premio ippico Tre Continenti - Ascensione’, per evidenziare la partecipazione alla festa, per la prima volta in forma ufficiale, delle delegazioni di cittadini floridiani emigrati negli USA, in Australia e in Argentina. Sono quelli gli anni delle riprese televisive del Gran Premio ippico, con collegamento internazionale, che consentirono alle migliaia di floridiani i emigrati all’estero di poter assistere alla festa più importante ed amata di Floridia. (3 continua)
Salvo Sequenzia