Parco Archeologico Kamarina-Cava Ispica: nuova visione di sviluppo del territorio ibleo
“Promozione, comunicazione e valorizzazione”: sono i punti cardine del progetto di sviluppo riguardante il Parco archeologico di Kamarina e Cava Ispica, al centro del convegno che si è svolto sabato scorso al Convento della Croce di Scicli. A ribadire l’importanza di questi tre obiettivi, il direttore ad interim del Parco, Carmelo Nicotra, di recente nominato al vertice della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina. E le “intuizioni” da vero e proprio manager sono emerse con il lavoro svolto dallo staff del Parco a distanza di poco meno di tre mesi dall’insediamento di Nicotra che è riuscito a dare impulso, da subito, alla promozione dei siti che compongono il Parco, così come stabilito dal regolamento regionale: parco archeologico e museo di Kamarina; Parco Forza-Ispica; Cava Ispica-Modica; museo archeologico ibleo di Ragusa; convento della croce-Scicli.
E il convegno di sabato - con la presenza di politici, rappresentanti istituzionali e addetti ai lavori – è stata l’occasione per presentare ufficialmente una elegante guida illustrata del patrimonio di beni culturali e archeologici esistenti nei cinque siti del Parco Kamarina-Cava Ispica. “Ma c’è la volontà di allargare la perimetrazione del Parco – ha affermato Nicotra nel suo intervento – a cominciare dal territorio di Acate, perché esiste una sinergia di intenti con i Comuni iblei, una collaborazione che porterà certamente benefici in termini di sviluppo culturale e sociale di un territorio che ha grandi potenzialità in questo settore”.
Il primo, fondamentale passo per mettere in pratica le buone intenzioni è stato fatto con l’insediamento del Comitato tecnico scientifico del Parco (nella foto). Ne fanno parte il soprintendente, Antonino De Marco; i sindaci dei Comuni di Ispica, Modica, Ragusa, Santa Croce Camerina e Vittoria (all’insediamento non era presente il rappresentante del Comune di Modica); esperti designati dall’assessore regionale ai Beni culturali e dell’Identità siciliana.
Interessanti e, soprattutto, chiari i concetti espressi dai relatori.
“Lo sviluppo culturale contribuisce al benessere di un popolo – ha affermato l’archeologa Eleonora Pappalardo, docente all’Università di Catania – perché i beni culturali costituiscono un processo attivo verso la promozione del turismo esperenziale. Il museo, insomma, deve essere costruito attorno all’uomo perché l’archeologia è degli archeologi ma, anche, della gente e del territorio. Bisogna, inoltre, pensare a creare un “Brand Sicilia” che renda immediatamente riconoscibile l’offerta culturale nell’isola”.
Del sistema dei Parchi archeologici in Sicilia ha parlato il coordinatore dei 14 Parchi esistenti attualmente nell’isola, Giuseppe Parello, il quale ha esposto i numeri delle visite ai siti dei Beni culturali. “Numeri, in alcuni casi, impietosi, specie nel periodo Covid, con differenze troppo ampie tra i luoghi più gettonati e altri ai margini delle classifiche. Ci sono delle iniziative – ha detto Parello – che serviranno a colmare questo gap, ma bisogna lavorare molto sul web, sulle nuove generazioni (i siti raccontati ai bambini), sulla necessità di allargare i confini del biglietto cumulativo anche all’area del Sud Est siciliano”.
A ribadire la necessità di un dialogo con il pubblico dei “consumatori” di cultura, è stato l’archeologo della Soprintendenza di Ragusa, Saverio Scerra. “Abbiamo il dovere – ha detto – di coinvolgere i fruitori del nostro “prodotto” facendoli entrare in questo mondo fascinoso e affascinante che ci parla del nostro passato, delle nostre radici, della nostra memoria. E i reperti che sono esposti nei musei devono “parlare” al pubblico perché non appartengono agli archeologi o agli studiosi. Noi dobbiamo essere degli intermediari. Il concetto vincente è “pochi reperti, molto racconto”: solo così potremo catturare l’attenzione del pubblico e portare tanta gente a visitare i musei che devono essere allestiti in maniera semplice e quasi affabulatrice”.
Ad apertura dei lavori, gli interventi del sindaco di Scicli, Mario Marino; del senatore Salvo Sallemi e del parlamentare regionale, Giorgio Assenza.