Zafferano di Enna, l'oro rosso alleato del formaggio ed eccellenza dell'agroalimentare
Lo chiamano oro rosso di Sicilia, che è anche il nome della cooperativa che produce lo zafferano di Enna, una delle eccellenze agroalimentari dell'isola.
Questa pregiata spezia viene coltivata sulle colline dell'entroterra siciliano, dove il microclima e i terreni calcarei contribuiscono a conferirgli un profilo aromatico e gustativo inconfondibile.
Lo zafferano è fondamentale nella produzione del Piacentinu, il formaggio dop di Enna (latte di pecora intero a cui, da disciplinare, va aggiunto la spezia del territorio e grani di pepe nero) con l'inconfondibile colorazione giallo-arancione e il sapore lievemente piccante.
La storia narra che Ruggero il normanno per guarire la moglie Adelasia, affetta da una forte depressione e amante dei formaggi, ne fece preparare uno dalle doti rivitalizzanti. Lo zafferano, infatti, è da sempre celebre per le su proprietà energizzanti. I dieci produttori della cooperativa "Oro rosso di Sicilia", insieme a una quindicina di imprenditori autonomi, riescono a far fronte al fabbisogno dei 6 caseifici che nell'ennese producono il Piacentinu.
"In media, la produzione annuale di zafferano della cooperativa si attesta tra i 4 e i 5 chili - dice il presidente di Oro rosso di Sicilia , Nino D'Angelo -. Per fare un grammo di zafferano sono necessari circa 140 fiori che si raccolgono nel mese di novembre. Raccolta e pulitura da fare a mano, fiore per fiore, per prelevare solo i pistilli e gli stigmi dal tipico colore rosso e dalla fragranza aromatica. Un grammo di zafferano dell'ennese arriva a costare anche 25 euro. Quasi tutta la produzione viene utilizzata dai caseifici".
La raccolta dura circa 30 giorni e va effettuata nelle prime ore del mattino, prima che i fiori si schiudano. Occorrono circa 140.000 fiori per produrre un chilo di zafferano. Da 70 fiori si ricavano 210 stigmi che equivalgono a 0.5g di zafferano ennese, che prima di raggiungere la tavola attraversa diverse fasi che vanno dalla raccolta alla sfioritura o mondatura, effettuate manualmente, e si concludono con l'essiccazione rigorosamente a basse temperature.
Un campo di zafferano, all'interno di un progetto sperimentale, era stato impiantato anni fa anche nella casa circondariale di Enna, campo che ha prodotto un discreto raccolto ma che poi, purtroppo, è stato abbandonato. "Allora avevamo dei detenuti competenti e in grado di coltivare l'orto e anche il campo. Oltre al fatto, imprescindibile, che con l'attuale carenza di personale è impensabile ipotizzare la ripresa della coltivazione", dice Maria Elena D'Amore, capo area trattamentale del carcere Luigi Bodenza.


















