Toghe, Palamara: "Io a Longo l'ho visto una sola volta e mai parlato di Gela"
"Non ho mai avuto soldi, regali o altri vantaggi, né ho mai barattato le mie funzioni di magistrato". "Non ho tramato contro nessuno, c'era un clima avvelenato". Lo sottolinea, in un'intervista al Corriere della sera, Luca Palamara, ex presidente dell'Anm, al centro dell'inchiesta di Perugia. Sul fatto che l'ex pm di Siracusa Giancarlo Longo, arrestato per corruzione, parli di 40.000 euro versati per aiutarlo a diventare procuratore di Gela, Palamara risponde: "È un falso, lo stesso avvocato Calafiore che avrebbe dovuto pagare quei soldi ha negato. Per fortuna si possono controllare i movimenti bancari. Sono millanterie, io Longo l'avrò visto una volta, e di Gela non mi sono mai interessato. Inoltre non ho fatto nulla per danneggiare chicchessia nella Sezione disciplinare, né avrei potuto visto che è un organo collegiale". Sui viaggi pagati da Centofanti, chiarisce: "Rientrano in un rapporto che risale al 2008, Fabrizio era amico di mia sorella e ho cominciato una frequentazione insieme a varie persone, tra cui qualche magistrato. Niente di male né di sospetto, lui non mi ha chiesto niente degli avvocati arrestati con lui, Calafiore non l'ho mai visto, e Amara l'avrò incontrato due volte in situazioni conviviali". Intervistato anche dalla Stampa, Palamara si dice "vittima dello scontro tra correnti. "la vicenda di Perugia - spiega - era uscita nei corridoi e veniva usata contro le mie ambizioni personali". Inoltre, dopo l'interrogatorio di sei ore da parte dei magistrati, assicura: "Ho già presentato le ricevute per dimostrare la mia totale estraneità".