Cala la mortalità per infarto in Italia, ma non per ictus
E' tra i più bassi in Europa e continua lentamente a calare la mortalità a 30 giorni per infarto in Italia, passata dal 10,4% del 2010 all'8,3% del 2017, senza troppe diversità fra le regioni. E', invece, la protesi d'anca la procedura chirurgica più diffusa in Italia: ben 110.000 ne vengono impiantate ogni anno. A scattare la fotografia è il Programma Nazionale Esiti (Pne) 2018, realizzato dall'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari (Agenas) e presentato oggi a Roma. Resta stabile, intorno all'11%, la mortalità per ictus cerebrali, ma, in questo caso, con tassi più alti nelle regioni del Sud. Tanto che i valori medi variano dal 6,5% dell'Umbria al 17,7% del Molise. "Accelerare i tempi nell'implementazione delle reti tempo-dipendenti", commenta il direttore generale dell'Agenas Francesco Bevere", significa ridurre in tutto il Paese la mortalità per patologie che non danno tempo né possibilità di scelta a pazienti che necessitano di cure immediate in strutture adeguatamente organizzate. Allo stesso modo, l'applicazione su tutto il territorio nazionale della rete oncologica, recentemente approvata dalla Conferenza Stato Regioni, è il presupposto per garantire ai pazienti con tumore di accedere alle migliori cure nel proprio territorio". La protesi del ginocchio vede incremento del numero assoluto di interventi eseguiti in Italia, siamo arrivati a 80.000 nel 2017, con poche complicanze (2%) e distribuite in modo omogeneo tra le regioni. Continua a crescere il numero di protesi d'anca, a seguito dell'invecchiamento della popolazione. "Si è passati da 94.000 del 2010 a 110.700 del 2017, e l'intervento è, inoltre, sempre più anticipato rispetto al passato, per far vivere il paziente con meno dolore", commenta Maria Chiara Corti, coordinatrice del Pne.