Migranti, presidente tribunale di Palermo: "Parlamento sovrano ma misura irrazionale"
''Con tutto il rispetto per il Parlamento che resta sovrano, e in spirito di leale collaborazione istituzionale, penso che questa misura sia totalmente irrazionale e costerà moltissimo all'intero sistema giudiziario''. Lo dice il presidente del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, in un'intervista al 'Corriere della Sera' in merito al trasferimento di alcune competenze sui diritti dei migranti dai tribunali distrettuali alle corti di Appello. Secondo Morosini ''dal 2015 in materia di protezione internazionale c'è stato un grande investimento di risorse nei tribunali distrettuali, in termini di magistrati, personale ausiliario, dotazioni tecniche per udienze in videocollegamento e altro. E si è creato un patrimonio di specializzazioni e professionalità che così rischia di disperdere''. Non si può trasferire alle Corti d'Appello perché ''le sezioni immigrazione dei tribunali mantengono altre competenze - spiega - Bisognerà creare nuove professionalità e strutture adeguate nelle Corti d'Appello, con ulteriori costi, e si riverserà su quegli uffici un aggravio di lavoro difficilmente sostenibile, come avevano già segnalato i 26 presidenti di corte al ministro della Giustizia''. Avevano segnalato, aggiunge, ''che già la competenza sui reclami relativi ai provvedimenti dai tribunali in materia di protezione internazionale, attribuita per decreto alle Corti d'Appello un mese fa, creava grossi problemi di sostenibilità per uffici impegnati a raggiungere gli obiettivi fissati dal Pnrr sull'abbattimento degli arretrati e la riduzione dei tempi. Con questi nuovi oneri si rischia lo sconquasso. Basti pensare che nel Tribunale di Palermo i procedimenti di protezione internazionale erano 1.654 nel 2022 e saranno circa 3.500 alla fine del 2024; un flusso più che raddoppiato in soli due anni. Mi chiedo se si sia fatto un calcolo di fattibilità prima di concepire una simile riforma''. E su quali siano i motivi della riforma il presidente del Tribunale di Palermo risponde: ''In effetti la tempistica sembra parlare da sola, e assomiglia molto a un segnale di delegittimazione dei giudici di primo grado. Io premetto che l'immigrazione è una materia delicata su cui tutti i governi hanno difficoltà a trovare i rimedi adeguati, ma sulle riforme sarebbe necessario un fermo biologico. Anche perché non sarei così sicuro che cambiando i giudici che devono decidere sui trattenimenti cambi il risultato delle decisioni''