Centro recupero delle tartarughe continuerà l'attività a Lampedusa
Il centro di recupero delle tartarughe marine di Lampedusa potrà continuare a svolgere la propria attività per la salvaguardia della specie caretta caretta.
Grazie infatti a una sentenza del Tar - Palermo, che ha accolto il ricorso proposto dalla ditta A.L. Srl tramite l'avvocato Girolamo Rubino, è stata annullata l'ordinanza di demolizione adottata dal Comune di Lampedusa e Linosa, condannandolo inoltre al pagamento delle spese di lite. La vicenda ha preso le mosse nel 1994, quando il Comune di Lampedusa e Linosa, con apposito contratto concedeva per la durata di 30 anni il diritto di superficie di un fondo di proprietà comunale sito in località Punta Sottile, alla ditta A.L.
Srl per la realizzazione di un impianto di acquacoltura destinato all'allevamento di specie ittiche, attività di ricerca sulle specie marine e servizi di formazione per addetti all'acquacoltura. Nel 2016 veniva stipulato un protocollo di intesa tra la società, l'assessorato regionale dell'Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranee, l'Università degli Studi di Palermo, l'Istituto Zooprofilattico della Sicilia - Centro Regionale di Recupero per Tartarughe Marine, il Consorzio Pescatori di Lampedusa volto ad attivare azioni di tutela e monitoraggio per salvaguardare delle tartarughe caretta caretta del mediterraneo.
Successivamente, in ragione del rischio di chiusura del centro di recupero di tartarughe marine di Lampedusa gestito dall'Associazione Carette Caretta, il centro veniva allocato presso l'impianto di acquacultura realizzato dalla società A.L.
Srl. Nel 2021 il Comune di Lampedusa e Linosa disponeva nei confronti della società un'ordinanza di demolizione, in ragione di asserite difformità riscontrate rispetto ai titoli edilizi rilasciati e in merito alla destinazione d'uso dell'impianto di acquacultura. L'avvocato Rubino deduceva l'illegittimità del provvedimento demolitorio poiché adottato in difetto dei presupposti, atteso che il ricovero delle tartarughe caretta caretta presso l'impianto risultava conforme ai titoli edilizi rilasciati in precedenza e in ogni caso non avrebbe potuto dar luogo a cambio di destinazione urbanisticamente rilevante ai fini della possibile adozione di un provvedimento demolitorio. La vicenda si è quindi conclusoa con la sentenza del 12 dicembre scorso del Tar - Palermo che ha rilevato come il Comune di Lampedusa e Linosa non ha rispettato l'ordine istruttorio intimato con la precedente ordinanza cautelare e da tale comportamento ha desunto ulteriori argomenti di prova in ordine alla fondatezza delle pretese della società ricorrente.