Tribunale di Modica-Val di Noto: il rischio della geopolitica per le sedi da riaprire
Il Coordinamento nazionale per la Giustizia di prossimità torna a riunirsi a Roma venerdì 10 gennaio dopo il confronto con il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, del 26 novembre scorso. E in quella occasione, sulla vicenda dei trenta Tribunali italiani, cosìddetti minori, da riaprire, si ventilò una ipotesi: tre tribunali in tutto. Uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud Italia. Una soluzione “innovativa”, un coup de theatre, un colpo di scena in chiaro contrasto con quanto proclamato dal sottosegretario: non possiamo riaprire tutti e trenta i Tribunali soppressi; possiamo far tornare in vita quegli uffici giudiziari che prevedano ampliamenti di giurisdizione in grado di creare le condizioni previste dalla “Giustizia di prossimità”. Esattamente quanto previsto dal progetto presentato dal Comitato per il Tribunale di Modica: l’allargamento della originaria giurisdizione (Modica, Scicli, Ispica e Pozzallo), ai territori dei Comuni di Noto, Rosolini, Pachino e Portopalo, con la costituzione del “Tribunale di Modica-Val di Noto. Un progetto sul quale si sono pronunciati favorevolmente anche gli Enti locali interessati.
Non solo. Il Parlamento siciliano ha approvato il disegno di legge, del quale è stato relatore l’onorevole Ignazio Abbate, recante la modifica al decreto legislativo n.155 del 7 settembre 2012 con conseguente riorganizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero. Ma sull’iter relativo alla riorganizzazione della geografia giudiziaria italiana – dopo le nefaste conseguenze della riforma del 2012 – irrompe la spartizione territoriale del “Tris” di tribunali. Una soluzione che sa tanto di geopolitica, in chiaro contrasto anche con le indicazioni del sottosegretario Delmastro. Quale parere darà al criterio “geopolitico” la Commissione Giustizia di Palazzo Madama di cui fa parte il senatore vittoriese Salvo Sallemi”?
“Non sono in contrasto con nulla che sia compatibile con le esigenze reali della geografia giudiziaria nel nostro territorio. Il sottosegretario Delmastro– afferma Sallemi – è stato chiaro in ordine alla modalità da seguire che presuppone un auspicato percorso parlamentare. La Commissione avalla ciò che sia ragionevolmente percorribile all’esito dell’indagine conoscitiva svolta. Non credo che sia una questione di geopolitica”.
Ora, però, il coordinamento nazionale per la Giustizia di prossimità chiede alla politica chiarezza e rispetto. Mettendo al bando illusioni e ipocrisie che mal si addicono ad un concetto come quello di Giustizia.
NELLA FOTO, il Palazzo di giustizia di Modica