Rischio sismico, la Cgil chiede interventi di messa in sicurezza delle scuole
La Fillea Cgil, con una nota del segretario generale siciliano Giovanni Pistorio e dei segretaridi Fillea Siracusa, Fillea Ragusa, Fillea Catania e Caltagirone, Eleonora Barbagallo, Salvatore Tavolino e Vincenzo Cubito chiede "interventi per la messa in sicurezza ai sensi della normativa antisismica di scuole ed edifici pubblici e privati siti in zone ad alto rischio di terremoti, come il sud est dell'isola". A tale proposito il sindacato sollecita una legge speciale, adeguatamente finanziata. "Gran parte della Sicilia orientale, inclusa l'area metropolitana di Catania - scrivono i sindacalisti - è una delle aree più densamente abitate e a più alto rischio sismico d'Europa a causa della vicinanza con la faglia Ibleo Maltese ed altre faglie fatte oggetto di studi recenti. Nonostante questo, le aree più densamente abitate sono attualmente catalogate nella fascia di rischio sismico due". "Si aggiunge - rilevano - che il patrimonio edilizio del nostro territorio è vetusto e conservato male in quanto realizzato quando ancora non erano state varate gran parte delle norme sulla messa in sicurezza dal rischio sismico e, sciaguratamente, senza le necessarie verifiche sulla qualità dei materiali da costruzione e le opportune verifiche rispetto alle tecniche realizzative utilizzate". La Fillea porta ad esempio la città di Catania dove "oltre il 60% degli edifici è stato costruito prima del 1971 e tra vetustà e mancanza di criteri antisismici, si prevede che bisognerebbe intervenire sull'85% degli edifici costruiti prima degli anni 80". Gli esponenti della Fillea sottolineano che "interventi di tali dimensioni e di tale qualità consentirebbero di incrementare il numero degli occupati".