Comune di Modica in dissesto: il pugno allo stomaco e il richiamo alla responsabilità
Un pugno allo stomaco. E’ la sensazione che hanno avuto i modicani quando si è parlato di dissesto finanziario del Comune di Modica. Un colpo violento, che fa male, ma che, in qualche circostanza, al di là della metafora, può salvare una vita. Nel primo soccorso si chiama “Manovra di Heimlich”. Si effettua utilizzando le mani e le braccia: consente di esercitare una pressione sotto il diaframma e di produrre una spinta pneumatica nel tentativo di espellere il corpo estraneo che occlude le vie respiratorie.
Il pugno allo stomaco è arrivato, forte, giovedì sera, in Consiglio comunale, convocato per votare il dissesto, tappa finale di un percorso amministrativo che parte da lontano e che, in Sicilia, interessa 25 comuni – dissesto - e 34 in pre dissesto: 59 su un totale di 391 comuni siciliani. Certo, non può essere una consolazione. Anche se questa percentuale dimostra che, tra le ragioni di queste crisi finanziarie, ci sono anche dinamiche che vanno al di là delle semplici spese allegre, come, ad esempio, i minori trasferimenti di risorse dallo Stato e dalla Regione.
Ma, per Modica, è tempo di ricominciare con il desiderio di riemergere al più presto da questa situazione con la collaborazione di tutti: politici, amministratori, forze sociali e sindacali, imprenditori, mondo della cultura. Continuare ad additare come “unico colpevole” il parlamentare regionale, Ignazio Abbate, sindaco della città per 9 anni, può essere un esercizio politico liberatorio e di rivalsa – anche da parte di chi ha goduto di lecite corsie preferenziali - ma non serve a nulla. La città, ora più che mai, ha bisogno di fare ricorso alle sue enormi potenzialità in termini di orgoglio, di amor proprio, di responsabilità. Solo così si può vedere la luce in fondo al tunnel che la Città deve attraversare. E ci vuole quella responsabilità richiamata in aula dalla sindaca, Maria Monisteri, commentando l’astensione di quattro consiglieri e l’uscita dall’aula di altri otto facenti parte della componente Abbate. Due momenti bollati dalla sindaca come “atteggiamento vile”. Anche questo un pugno allo stomaco.