Palermo, smantellato il clan di Brancaccio: 34 arresti (IL VIDEO)
Tra gli arrestati nell'operazione che oggi ha colpito lo strategico mandamento di Brancaccio, con 34 arresti eseguiti da polizia di Stato e Guardia di finanza, c'e' Giuseppe Lo Porto, fratello di Giovanni, il cooperante rapito da Al Qaeda nel 2012 e ucciso tre anni dopo in un blitz antiterrorismo. E' ritenuto uno dei fedelissimi del boss Pietro Tagliavia tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, da cui era uscito nel 2011 per essere poi ammesso ai domiciliari. Secondo le indagini Lo Porto aveva la delicata responsabilita' della cassa, con il compito di consegnare le risorse alle famiglie dei detenuti, incombenza tradizionalmente cruciale negli equilibri interni.
L'operazione che ha smantellato il mandamento mafioso di Brancaccio ha peraltro permesso di dimostrare il totale controllo di un "gruppo imprenditoriale", divenuto leader nella vendita degli imballaggi industriali, distribuito su diverse Regioni ma particolarmente radicato in Sicilia e Toscana, il quale, sistematicamente ed in forma organizzata, ha compiuto una molteplicita' di reati tributari, in particolare utilizzando fatture false per decine di milioni di euro. Tramite compiacenti prestanome il ramificato gruppo di imprese operava sul territorio nazionale principalmente proprio nel settore della commercializzazione dei cosiddetti "pallet".
Le aziende in questione - anche attraverso continui mutamenti degli organi societari e delle compagini imprenditoriali - si sono inoltre sottratte agli accertamenti del fisco ed alla coattiva riscossione delle imposte accertate in seguito a verifiche fiscali, arrivando a sviluppare complessivamente volumi d'affari annui, in relazione alle vendite effettivamente operate, per oltre 50 di milioni di euro, foraggiando la cosca mafiosa di riferimento, destinataria finale dei proventi derivanti dalla vendita degli imballaggi industriali, di fatto incassati senza il versamento di imposte. Il gruppo di imprese ha, cosi', potuto prosperare e guadagnare posizioni di mercato a discapito della concorrenza, diventando uno dei leader nazionali del settore, anche in virtu' dei prezzi particolarmente concorrenziali praticati.
Il capomafia Tagliavia esercitava ilsuo controllo su un vasto traffico di stupefacenti, sul meccanismo di sostentamento dei detenuti e dei loro nuclei familiari attraverso la gestione della cassa comune, sul sistema delle estorsioni attuate capillarmente sul territorio di riferimento e sulla gestione, tramite prestanome, di un ramificato gruppo di imprese attivo sul territorio nazionale principalmente nel settore della commercializzazione degli imballaggi industriali (i pallet), nonche' del gioco del lotto abusivo nel mandamento da lui controllato.
Ricostruito l'intero organigramma del mandamento, individuando ruoli, competenze e gli elementi di vertice. Tra questi le figure di Claudio D'Amore, Bruno Mazzara e Giuseppe Lo Porto, fratello del cooperante Giovanni rapito da Al Qaeda e ucciso nel corso di un raid anti-terrorismo: tutti fidati collaboratori di Tagliavia; Francesco Paolo Clemente, Francesco Paolo Mandala', Gaetano Lo Coco incaricati del controllo delle numerose aziende, tutte intestate a prestanome, utilizzate per realizzare le frodi di natura fiscale, conseguendo il monopolio regionale e una posizione dominante nel restante territorio nazionale nella commercializzazione degli imballaggi industriali; Giuseppe Caserta e Cosimo Geloso, rappresentanti della cosca di "Brancaccio"; e infine Giuseppe Mangano, Giuseppe Di Fatta e Antonino Marino, rappresentanti del clan "Roccella".
Fatta luce su numerosi episodi di minacce, danneggiamento, estorsione, furto e detenzione illegale di armi da parte di esponenti della cosca di Brancaccio. Ricostruite decine di estorsioni ai danni sia di imprese edili impegnate in importanti lavori di ristrutturazione sia di piccole attivita' commerciali storicamente attive nel territorio sul quale il gruppo esercita il proprio dominio. E' stato ancora documentato come i mafiosi abbiano voluto esibire il proprio prestigio e fornire dimostrazione della propria forza anche in occasione di una delle ricorrenti feste rionali, autorizzando l'installazione di stand espositivi e monopolizzando i guadagni. Nei casi in cui le vittime hanno cercato di resistere alle pressioni degli associati non sono mancate le violente ritorsioni, con incendi di intere attivita' commerciali. Notevole la disponibilita' di armi. Tagliavia ha fornito costantemente assistenza economica ai carcerati, come dimostrano le intercettazioni e un registro riportante tutte le somme versate a favore dei singoli detenuti.
Il gruppo imprenditoriale divenuto leader nazionale nella commercializzazione degli imballaggi industriali, ha commesso numerosi reati tributari, in particolare utilizzando fatture false per decine di milioni di euro, realizzando volumi d'affari annui per oltre 50 di milioni di euro, foraggiando sistematicamente e strategicamente la cosca mafiosa.