Saluto romano dopo gol a Marzabotto: giocatore sospeso
Ieri ha fatto gol al Marzabotto ed ha poi esultato verso la tribuna, arrampicandosi anche sulla rete di separazione tra il campo e la tribuna stessa, facendo piu' volte il saluto romano ed esibendo, sotto la maglia ufficiale, una t-shirt con un'aquila impressa su un tricolore, immagine che ricorda lo stemma della Repubblica Sociale Italiana. Oggi si e' scusato via Facebook, sulla pagina della stessa societa' calcistica in cui milita, scrivendo "sono qui ad esporre il mio piu' totale e sincero pentimento. Sono consapevole di aver recato offesa non solo alle associazioni partigiane e antifasciste ma a tutta la comunita' di Marzabotto". Ma questo pentimento non ha evitato a Eugenio Maria Luppi la tempesta di critiche e attacchi arrivatigli da tutta Italia, specie dal mondo della politica, ed anche la sospensione dall'attivita' agonistica e la multa da parte della societa' di appartenenza, la 65 Futa, compagine che milita nel campionato di seconda categoria e che si e' pubblicamente scusata per l'accaduto "con tutte le persone colpite nel profondo da questo gesto". Episodio accaduto peraltro proprio sul terreno di gioco di Marzabotto, sull'Appennino Bolognese, teatro di una delle piu' feroci stragi commesse dai nazifascisti contro civili in Italia durante la Seconda guerra mondiale: 770 trucidati. Il calciatore ha scritto "Ho agito con leggerezza senza pensare alle conseguenze che questo mio gesto avrebbe scaturito tanto a livello personale quanto comunitario. Ho lasciato passare un terribile messaggio di cui, ribadisco, sono totalmente pentito e dispiaciuto. So che nessuna mia parola potra' cancellare ne' il mio sconsiderato gesto, ne' il dolore che esso ha causato. Ma era mio dovere morale scusarmi".
"Un atto intollerabile per la nostra comunita' - ha sottolineato il sindaco di Marzabotto, Romano Franchi - che tanto ha sofferto a causa del nazi-fascismo". Per Franchi si e' trattato di "un atto premeditato che Marzabotto non giustifica per nessuna ragione. Questa amministrazione comunale - ha annunciato il sindaco - procedera' per le vie legali per chiedere l'applicazione delle leggi esistenti che puniscono il reato di apologia al fascismo. Inoltre chiedera' alla Federazione gioco calcio di Bologna di prendere immediate misure nei confronti della societa' 65 Futa che prevedano l'allontanamento del giocatore dai campi di calcio". Secondo il sindaco di Marzabotto, "risulta assai improbabile che nessun dirigente della societa' 65 Futa si sia accorto negli spogliatoi della maglietta indossata dal calciatore in questione. Lo sport, soprattutto ai livelli locali, deve essere strumento di crescita umana ed educazione civica e non deve copiare i peggiori esempi che accadono negli stadi a livello nazionale. E' una questione di rispetto per la memoria di chi ha dato la propria vita per la liberta' e la democrazia".
Il Pd di Marzabotto ha chiesto "una punizione sportiva e civile esemplare, perche' oltre alla grave violazione delle leggi con questi gesti e' stato umiliato e offeso l'intero territorio di Marzabotto, che degli orrori di quella ideologia e' stato vittima".
Sulla vicenda e' intervenuto il ministro dello Sport, Luca Lotti, definendo "inaccettabile cio' che e' avvenuto ieri durante una partita di calcio a Marzabotto, un luogo simbolo di un'immane tragedia che merita il rispetto della memoria. Un gesto che non va sottovalutato ma condannato con fermezza. Non bisogna mai abbassare la guardia". E Matteo Renzi, durante i lavori della direzione Pd, ha rilevato che "in questi giorni accadono cose che dovrebbero farci riflettere. Ieri a Marzabotto. Un nome che non si puo' pronunciare senza che la voce si incrini". A sua volta Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, dice "siamo ben oltre il livello di guardia". E aggiunge che "questo ragazzo disgraziato, non trovo parola diversa, poiche' non dovrebbe piu' calcare nessun prato dei campi di calcio, lo si porti allora nei lager a vedere cosa e' successo, lo si porti nei musei a capire cosa facevano ai suoi coetanei i torturatori delle Brigate Nere". Piu' in generale, "non ci puo' essere comprensione o banalizzazione di questi comportamenti, serve un investimento culturale nelle scuole, serve un impegno dei media per non dare mai piu' benevolo spazio ai nipotini di Hitler".