Truffa all'Inps di Messina: 33 misure cautelari e 69 indagati
False perizie e certificazioni mediche per truffare l'Inps. Eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Messina 33 misure cautelari. Complessivamente 102 indagati. I militari sono entrati in azione dell'alba tra Messina e Catania, per eseguire un'ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa, nell'ambito dell'operazione "Pathology", dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Patti a carico di 33 persone, compresi avvocati, medici, periti e collaboratori di diversi patronati) ritenuti responsabili - a vario
titolo - di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, truffa ai danni dell'Inps, falsa perizia, falso in atto pubblico e altro, e la contestuale notifica di ulteriori 69 avvisi di garanzia ad altrettanti indagati. Alle 11 ulteriori dettagli presso il Comando provinciale dei carabinieri di Messina.
Dei 33 sottoposti a misure restrittive, 2 sono stati condotti in carcere, 5 ai domiciliari, 10 sottoposti agli obblighi di dimora e 16 a misura interdittiva dall'esercizio delle funzioni. Documentata l'esistenza e l'operativita', nell'area tirrenica della provincia peloritana dell'hinterland pattese, di "un'associazione per delinquere", comprendente un primo gruppo, "complesso e ben strutturato", e di un secondo "di piu' lieve entita'" - costituiti da liberi professionisti operanti nel settore legale e in quello medico, nonche' da funzionari pubblici e responsabili di diversi Enti di patronato - i quali, mediante la redazione di false perizie e certificazioni mediche, riuscivano a condizionare l'esito dei ricorsi giurisdizionali, promossi da privati dinanzi al Tribunale del Lavoro di Patti, contro il mancato riconoscimento da parte dell'Inps di una serie di benefici assistenziali (pensioni di invalidita' civile,riconoscimento dello stato di portatore di handicap con diritto all'accompagnamento), ottenendo rimborsi che sono andati dagli 8 mila euro per le cause di minore entita' ai 43 mila euro per quella piu' rilevante con un danno, per la pubblica amministrazione, stimabile inoltre un milione di euro.
Nell'inchiesta figurano tra l'altro due avvocati e altrettanti collaboratori di studio, 27 medici specialisti tra Ctu - periti del giudice - e liberi professionisti, 4 funzionari dell'Inps, 11 collaboratori di vari patronati, i quali si spartivano ingenti somme di denaro e altri favori. Gli inquirenti parlando di "consorteria ad anelli saldamente concatenati, formata da professionisti di alta caratura operanti in vari settori: legale, sanitario, giudiziario, pubblico ed assistenziale".
In particolare, l'avvocato Anna Ricciardi, finita in carcere insieme a Francesco Piscitello, sono indicati come le "figure verticistiche" della principale delle due associazioni ed erano supportati da Vincenzo Princiotta e Ilenia De Luca, e Rosaria Lo Presti (tutti e tre agli arresti domiciliari), quali "organizzatori del sodalizio" in qualita' di gestori di patronati o studi di assistenza fiscale, che assicuravano ulteriori adesioni al gruppo indirizzando la privata clientela verso i patrocinatori prescelti, cosi' massimizzando i profitti dell'associazione. Inoltre potevano contare sui favori di medici sia impiegati presso "strutture pubbliche" che liberi professionisti che svolgevano il ruolo di Ctu per i giudici per ottenere i falsi certificati e su alcuni dipendenti della locale sede dell'Inps. Ricciardi e Piscitello, spesso attraverso mediatori, corrompevano i sanitari di strutture pubbliche (con somme dell'ordine di alcune centinaia di euro) al fine di redigere false certificazioni attestanti malattie per le quali si poteva poi ottenere la certificazione di invalidita'. Le indagini hanno documentato 15 di questi episodi. In altri casi invece, quando si era avviato il contenzioso giurisdizionale, Ricciardi, quale avvocato, patrocinava le cause e attraverso la corruzione di Piscitello, che in talune di questi procedimenti era nominato Ctu, o di altri consulenti tecnici nominati, riusciva a corromperli e faceva redigere delle false perizie inducendo in errore il giudice e truffando l'Inps e causando un danno stimato in oltre un milione di euro. Ricostruiti almeno 20 episodi. La complessa struttura comprendeva poi ben quattordici figure professionali di medici incaricati di svolgere il ruolo di periti del giudice. I primi redigevano, anche dietro compenso, false certificazioni su malattie e disabilita', assicurando ai sodali la pronta disponibilita' di documentazione sanitaria a favore dei loro clienti e garantendo loro corsie preferenziali, in spregio alle liste di attesa per effettuare le visite e, talvolta anche senza il pagamento del "ticket sanitario" per la prestazione. I professionisti incaricati di svolgere il ruolo di consulenti del Giudice, sempre in cambio di compensi, redigevano false perizie tecniche favorevoli ai clienti/pazienti del gruppo. Altro "organigramma criminale" e' quello che vede "come figure apicali l'avvocato Notaro (arresti domiciliari) e l'assistente di studio Mariella Di Gaetano (arresti domiciliari)". Anche questo secondo gruppo operava con metodi analoghi, attraverso sempre la medesima struttura organizzata in cui aveva un ruolo centrale Piscitello. In questo ambito le indagini hanno permesso di accertare 5 ulteriori episodi in cui, attraverso la redazione di false perizie, si otteneva indebitamente il giudizio favorevole.