Ustioni e violenze nei racconti dei 320 migranti sbarcati a Pozzallo
Una ragazzina tenta di scappare ai suoi aguzzini che volevano violentarla e ne porta addosso i segni: i suoi carcerieri le hanno lanciato addosso una pentola di acqua bollente, provocandole ustiuoni. Una donna ha subi'to un taglio cesareo in Libia, poco prima di partire, ma del suo bambino nessuna traccia; non le hanno fatto mai sapere che fine abbia fatto la creatura appena nata. Sono due delle storie che provengono dallo sbarco da nave Aquarius, concluso da poco a Pozzallo. A bordo c'erano 320 persone: 204 uomini, 54 donne e 62 miniri (51 maschi e 11 femmine). Provengono dal Niger, Mali, Egitto, Libia, Marocco, Pakistan, Togo, Etiopia, Costa d'Avorio, Yemen e Guinea. Parecchi i ricoveri: due persone, un uomo ed una donna, hanno sindrome da schiacciamento alla mano, un uomo ha infezione polmonare e un bambino con una sospetta anemia falciforme, otto donne sono in osservazione per controlli legati allo stato di gravidanza. Un altro uomo ha una lesione al timpano conseguenza di una violenza subita.