Ragusa, avvocati solidali con i colleghi di Bari, Galazzo: ipocrisia
Il caso del Tribunale di Bari "ospitato" in una tendopoli smuove le coscienze dell'Ordine forense di Ragusa che ha deliberato l'adesione alla astensione dalle udienze civili proclamata dall’Organismo Congressuale Forense per il 26 giugno al fine di “denunciare pubblicamente la gravissima ed intollerabile situazione in cui versano gli edifici giudiziari, problematica esplosa in modo eclatante ed intollerabile a Bari ma che interessa la quasi totalità dei Tribunali italiani”. L'avvocato Enzo Galazzo, portavoce del Comitato Pro Tribunale di Modica, in una nota, commenta la delibera dell'Ordine forense di Ragusa che, secondo il legale, "esprime sentimenti prossimi alla ipocrisia".
"Il Palazzo di Giustizia di Ragusa – continua Galazzo - è notoriamente interessato da criticità strutturali denunciate dal Presidente del Tribunale ed il Procuratore della Repubblica sin dal 5 luglio 2010 senza che da allora ad oggi nulla sia stato fatto. Ma c'è di più: l’immutata condizione degli archivi e dei fascicoli provenienti da Modica; l’allagamento, appena quattro mesi fa, dell’ex palazzo INA provocato dai suoi impianti obsoleti; i calcinacci caduti dai soffitti, che per fortuna non hanno prodotto danni alle persone, testimoniano ancora oggi la sua inadeguatezza alla prestazione del SERVIZIO GIUSTIZIA cui la popolazione iblea ha diritto. Vero è che le problematiche delle strutture giudiziarie di Ragusa sono ben lungi dal poter essere paragonate alla vergognosa tendopoli messa su a Bari, è però anche vero che le ragioni che hanno determinato la dichiarazione di inagibilità di quel Palazzo di Giustizia, e lo sgombero, non sono dissimili da quelle denunziate nel 2010 dalle massime istituzioni giudiziarie locali nonché, a gennaio 2018, dal dirigente dell’Ufficio del Genio Civile".
"Ma Ragusa - conclude Galazzo - soffre un’aggravante: a differenza di Bari, che in atto è alla ricerca di soluzioni alternative, il Tribunale ibleo dispone di altra sede, a Modica, messa su con dodici milioni di euro, inaugurata nel 2004, nota per le sue caratteristiche, della quale il Consiglio dell’Ordine Forense non ha inteso avvalersi per erogare almeno parte dei servizi che consentissero, per un verso, di non sprecare altre ingenti risorse pubbliche in canoni d’affitto e in lavori di manutenzione per rendere agibili locali che tali non sono e, per l’altro, di affrancare quella struttura dalla attuale insostenibilità della gestione. Ed allora, la si smetta di fingere e di piangere lacrime di coccodrillo".
NELLA FOTO, il Palazzo di giustizia di Ragusa.