Palermo, coppia omosex si lascia: i giudici "dovrà vedere figlie della ex"
Continuare a vedere le figlie, minorenni, della ex compagna, con incontri programmati e stabiliti dal giudice per un pomeriggio a settimana e due weekend al mese. E' quanto e' stato riconosciuto a una donna dalla Corte d'appello di Palermo, con una decisione confermata fino in Cassazione. La Suprema Corte ha infatti 'bocciato', dichiarandolo inammissibile, il ricorso della mamma delle bambine, la quale aveva impugnato il decreto emesso dai giudici siciliani censurando, in particolare, l'iter giudiziario percorso dalla sua ex partner "non legittimata in quanto non parente" delle minori. In questi casi, infatti, ha chiarito la Corte, non e' consentito ricorso in Cassazione.
"Nella specie si verte in tema di visita alle minori alla persona che aveva precedente rapporto affettivo con la loro madre e con le minori medesime, secondo gli apprezzamenti compiuti dai giudici del merito", si legge nell'ordinanza depositata oggi dalla prima sezione civile, e il procedimento "non e' volto a risolvere un conflitto tra diritti del genitore e di altra persona adulta, posti su un piano paritario, bensi' - osservano i giudici di piazza Cavour - preordinato all'esigenza prioritaria di tutela degli interessi del minore". Tali provvedimenti, data la "particolare delicatezza delle situazioni coinvolte", non hanno "carattere di definitivita'" e, dunque, "il decreto con cui l'autorita' giudiziaria assume i 'provvedimenti convenienti' per l'interesse del minore, al fine di superare la condotta pregiudizievole del genitore, ha natura di atto di giurisdizione non contenziosa ed e' privo di carattere definitivo, in quanto revocabile e reclamabile" e, per questo "non impugnabile con ricorso straordinario in Cassazione".