Palermo, traffico di cocaina con la Calabria: 15 arresti I NOMI
E' in corso una vasta operazione antidroga della polizia di Stato. Quindici le misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Palermo eseguite dagli agenti della squadra mobile del capoluogo e dai colleghi delle delle questure di Agrigento, Reggio Calabria e Siracusa. L'indagine, coordinata dalla Dda di Palermo, ha fatto luce su un traffico di cocaina che comprata in Calabria, tramite pusher veniva smistata anche in provincia di Agrigento, arrivando all'isola di Lampedusa. I poliziotti hanno accertato che lo smercio dello stupefacente nelle varie province era garantito da una cerchia di corrieri, di professione commercianti ambulanti, pusher di fatto che, per il loro mestiere ufficiale, raggiungevano i mercati rionali ed in tal modo spostavano la droga senza destare sospetto. La complessità, e quindi la caratura criminale dell'associazione che trattava anche hashish e marijuana, è provata da una articolata suddivisione dei ruoli dei componenti: solo ad alcuni, in via esclusiva, era delegata la comunicazione con i referenti delle singole province di destinazione della merce. Nel corso delle indagini è emerso che, pur provenendo la maggior parte dello stupefacente dalla Calabria, non mancavano fonti di approvvigionamento locali, come la piantagione indoor di marijuana scoperta e sequestrata a Villafrati nel 2017 e 'curata' da un uomo alle dirette dipendenze di uno dei principali esponenti dell'associazione.Nel dettaglio la polizia di Stato ha eseguito 15 misure cautelari: 10 di reclusione in carcere, uno agli arresti domiciliari, tre obblighi di dimora e un obbligo di firma al termine di una indagine avviata dal 2106 al 2017. Per chi indaga "alcuni degli arrestati avevano dei collegamenti con Cosa nostra e con la 'Ndrangheta". Promotori dell'associazione a delinquere erano Giuseppe Bronte e il cugino Salvatore, con precedenti specifici, nonche' Gaetano Rizzo. I primi due si occupavano di reperire lo stupefacente presso i fornitori, intrattenendo rapporti diretti con il fornitore calabrese Domenico Stilo e intervenendo anche presso gli spacciatori attivi nei mercati locali per risolvere problematiche legate al mancato pagamento delle partite di stupefacenti. Rizzo, del rione Villaggio Santa Rosalia manteneva i rapporti diretti con gli agrigentini Salvatore Capraro e Davide Licata, occupandosi delle trasferte finalizzate a consegnare hashish e cocaina da vendere nel territorio di Agrigento fino a Lampedusa, utilizzando la motonave da Porto Empedocle. Le forniture fuori provincia venivano realizzate dai parenti di Gaetano Rizzo, Emanuele Rizzo e Francesco Portanova, rispettivamente fratello e cognato, entrambi con precedenti specifici. Emanuele operava anche come cassiere dell'associazione, per lo meno sino al 24 ottobre 2016, quando e' stato arrestato per il trasporto di droga; in casa aveva 193 mila euro. L'attivita' di trasporto dello stupefacente era agevolata dall'occupazione lavorativa dei corrieri, venditori ambulanti che quotidianamente si spostavano fuori provincia per andare nei mercatini rionali. Tra gli acquirenti di stupefacente sul mercato agrigentino, oltre a Davide Licata e Salvatore Capraro, emergeva Angelo Cardella, il quale riceveva lo stupefacente anche da Ivan La Spisa. Lo stupefacente raggiungeva la piazza di Carini, grazie all'impiego del pusher Gianluca Gambino che effettuava ripetute consegne giornaliere previo appuntamento telefonico. Dante Parisi con la nuora Alessandra Pepati trasportava e vendeva droga ad acquirenti della Sicilia orientale, tra cui il lentinese Vincenzo Terranova. La custodia cautelare in carcere e' stata eseguita per associazione a delinquere Giuseppe Bronte, palermitano di 24 anni, Salvatore Bronte, palermitano di 49 anni, Domenico Stilo, calabrese di 30 anni, Gaetano Rizzo, palermitano di 31 anni, Emanuele Rizzo, palermitano di 33 anni, Francesco Portanova, palermitano di 34 anni, Davide Licata, agrigentino di 32 anni, Salvatore Capraro, agrigentino di 29 anni. In carcere anche Dante Parisi, palermitano di 52 anni, Vincenzo Terranova, siracusano di 50 anni; ai domiciliari Calogero Vignera, agrigentino di 35 anni; obbligo di dimora per un agrigentino di 46 anni, e i palermitani di 31 e 32 anni; obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per un 22enne palermitano.