Modica, la morte di Aurnia: in alcune lettere i nomi dei “portatori di ingiustizie”
Ha lasciato un testamento, Antonio Aurnia - ex presidente del Modica Calcio, imprenditore lungimirante – che, all’alba di lunedì, ha scelto di porre fine ai suoi giorni lanciandosi nel vuoto dal Ponte Costanzo. Un testamento contenuto in alcune lettere - adesso nelle mani della Polizia – dove Antonio Aurnia avrebbe messo, nero su bianco, nomi e cognomi di coloro che, secondo lui, sarebbero stati all’origine di una decisione estrema, frutto di una serie di ingiustizie insopportabili, fino ad arrivare ad una sorta di scippo di aziende e immobili che avevano costituito la vita stessa dell’imprenditore.
Un legame con la vita che si è spezzato definitivamente e che, adesso, gli anziani genitori, Enza e Rosario, la moglie, Letizia, e le due figliolette, Gemma e Mia, dovranno ricostruire idealmente, parlando del loro caro, ascoltando le parole di cordoglio di tanti amici veri che hanno affollato la casa dove è stata adagiata la bara con dentro le spoglie del loro Antonio, ricomposte dopo il tremendo volo di 130 metri.
E mamma Enza e papà Rosario, hanno posato su quella bara una cornice con una foto di Antonio sorridente. Quella foto costituisce, per ora, l’unico contatto possibile con il figlio. E se la passano di mano, la poggiano sul cuore, la ripongono sulla bara prima di riprenderla ancora per stringerla al petto.
Solo un’immagine. Ma che si può ancora accarezzare. Come quei santini che Antonio ha tenuto stretti in pugno fino allo schianto, nella vallata dell’Irminio, all’alba di un tragico lunedì di metà dicembre.