Pozzallo, impianto di biometano e discarica: riceviamo e pubblichiamo
Dall'avvocato Enzo Galazzo, del comitato di salute pubblica che si batte contro la realizzazione di un impianto di biometano in contrada Zimmardo-Bellamagna, riceviamo e pubblichiamo.
Dal momento in cui la popolazione pozzallese è insorta contro l’ipotesi di insediamento dell’impianto di Biometano a Bellamagna, sono venute alla luce alcune curiose (si fa per dire) iniziative annidate tra le carte della burocrazia regionale, della politica e della imprenditoria d’alto bordo. E così, mentre si dibatteva sulla legittimità dell’autorizzazione che il SUAP del Sindaco di Modica, Abbate, ha rilasciato ai Leocata, costoro sollecitavano il rilascio del provvedimento autorizzatorio regionale per l’ampliamento del macello e per la realizzazione di altro impianto di biometano in area ASI. Ciò pur avendo, nel corso degli anni, ripetutamente violato le prescrizioni imposte dall’Arpa.
Com’è noto, la conferenza istruttoria tenutasi a Palermo ha rinviato ogni decisione anche perché lo stesso Abbate ha comunicato l’esigenza di valutare le ricadute e l’impatto ambientale del progetto su Marina di Modica e su Maganuco oltre che sulla solita vittima, ossia la città di Pozzallo. Ben venga la resipiscenza, a dire il vero sospetta, che sarebbe credibile solo se fosse accompagnata dalla revoca formale dell’autorizzazione SUAP.
Ieri l’altro l’ultimo fulmine a ciel sereno: Bellamagna è stato individuato fra i tre siti (gli altri due ricadono in aree del vittoriese e del ragusano) ove allocare la discarica comprensoriale. E dunque, mentre al TAR e alla Presidenza della Regione si è chiamati a pronunciarsi sull’ammorbamento dell’aria, sull’avvelenamento delle falde acquifere e sul soffocamento dello sviluppo turistico di Pozzallo provocati dalla produzione di biometano, il Commissario straordinario dell’ATO Ambiente Ragusa riflette sul sito ove ospitare la discarica comprensoriale per rispondere alla domanda se sia più adeguata un’area collinare, quale è Bellamagna, interessata da vincolo archeologico, o un’area depressa.
Viviamo in un mondo di pazzi? Non credo proprio. La richiesta per l’autorizzazione all’ampliamento del macello da parte dei Leocata e la individuazione della collina Bellamagna per il possibile insediamento della discarica autorizzano a temere un disegno di asservimento del territorio pozzallese alla speculazione di una certa imprenditoria che, dopo aver fatto incetta di finanziamenti al nord, si rivolge ora alle nostre aree avvalendosi di compiacenti sponde politiche ed istituzionali.
L’ipotesi del paradosso dell’insediamento della discarica a Bellamagna può suonare allora come un avvertimento: lasciateci in pace o vi ricopriamo di rifiuti. Chissà che a Catania non ne sappiano di più.
Sulla vicenda della discarica comprensoriale è intervenuto anche il sindaco di Modica, Ignazio Abbate. “I guai di Contrada Zimmardo – commenta Abbate – vengono proprio dal Piano paesaggistico approvato dalla Regione nel 2010. Quando fu scelto di non apporre nessun vincolo su questa zona la si consegnò, in pratica, a qualsiasi tipo di insediamento. E’ superfluo ricordare le polemiche degli ultimi mesi che hanno interessato una parte di Contrada Zimmardo, quella che confina con il territorio pozzallese. Adesso questa possibilità concreta di ospitare la nuova discarica comprensoriale che, qualora il Commissario si esprimesse per la soluzione modicana, sorgerebbe senza che nessun potere politico si potrebbe opporre vista l’assoluta mancanza di tutela che grava su questo territorio. In sede di confronto ho espresso la richiesta di rinviare qualsiasi decisione sulla nuova discarica al 15 marzo per avere il tempo di trovare insieme a tutti gli attori protagonisti una allocazione che soddisfi le parti senza demandare ad un Commissario inviato dalla Regione la responsabilità di scegliere un sito tra i tre fin qui individuati”.
NELLA FOTO di archivio: l'impianto di biometano di Faenza.