Il cuoco di Modica ucciso per motivi passionali: arrestato un carabiniere
E' il carabiniere Marco Corallo, 39 anni, il presunto omicida del cuoco Giuseppe Lucifora di 57 anni, trovato morto in circostanze misteriose, chiuso a chiave in una stanza della sua abitazione di Modica, il 10 novembre del 2019. E' la tesi della Procura di Ragusa dopo i risultati della perizia autoptica e degli esami sui reperti biologici e tossicologici incrociati tra quelli ritrovati sul luogo del delitto e il principale sospettato sulle quali si erano concentrate 4 mesi fa le attenzioni dei carabinieri e del sostituto procuratore Francesco Riccio.
Marco Corallo era stato sottoposto, a metà dello scorso febbraio, ad un lungo interrogatorio alla presenza dei suoi legali, ma il militare in servizio nella caserma di Buccheri, in provincia di Siracusa e residente a Giarratana aveva sempre escluso la sua presenza nel luogo dell'omicidio il giorno dell'uccisione di Peppe Lucifora, sostenendo invece di averlo incontrato nei giorni precedenti.
Dal giorno dell'interrogatorio e dell'iscrizione nel registro degli indagati il militare era stato sospeso dal servizio e dichiarato "temporaneamente non idoneo al servizio militare incondizionato".
Ma i suoi colleghi hanno continuato ad indagare su di lui che si era difeso dalle accuse respingendole ribadendo la sua totale estraneità nella morte di Lucifora. In questi mesi è rimasto il maggiore sospettato sino a quando il riscontro scientifico dell'esame autoptico e degli esami biologici rinvenuti nella stanza di Lucifora avrebbero fornito elementi utili per ricondurre, secondo l'accusa, la presenza del carabiniere in quella abitazione nell'arco di tempo in cui il delitto è stato consumato. Secondo i risultati dell'autopsia, qualcuno aveva colpito Lucifora con violenza tanto da fargli perdere i sensi e lo aveva soffocato strangolandolo con la mano destra. Lucifora venne trovato parzialmente svestito. Secondo l'accusa "i motivi del gesto sono da ricondurre a verosimile movente passionale, attesi i rapporti pregressi con la vittima". Ad eseguire l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Ragusa, Eleonora Schininà, su richiesta del sostituto procuratore Francesco Riccio, sono stati i colleghi dell'indagato del nucleo Investigativo del comando provinciale di Ragusa e del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Modica. All'identificazione di Corallo gli investigatori sono giunti anche grazie "al determinante apporto del reparto speciale dell'Arma preposto alle investigazioni scientifiche, il Ris di Messina".