Commissione Antimafia all'Ars, 'c'è un calo generalizzato di tensione'
Una mafia capace di "infiltrarsi sempre piu' nell'economia legale" e in grado di "stringere alleanze percompetere con le organizzazioni criminali straniere", complice un"calo generale della tensione antimafia nell'opinione pubblica e una scarsa incidenza delle associazioni antiracket che ha permesso negli ultimi anni nuove forme di raccolta del pizzo". uno dei tratti salienti emersi dalla prima mappatura della commissione regionale Antimafia in Sicilia, presieduta da Antonello Cracolici, che nel corso dell'ultimo anno, ha ricostruito lo stato attuale di Cosa nostra e che in questi mesi ha introdotto un elemento di novita' nelle sue audizioni nelle province della regione, offrendo un momento di ascolto e interlocuzione anche con 302 amministratori locali dei 391 comuni dell'Isola.La relazione e' stata illustrata stamane alla stampa a Palazzo dei Normanni. Quasi tremila i chilometri percorsi dalla commissione per i nove incontri svolti nelle sedi prefettizie dell'Isola, eccezion fatta per i comuni di Favara, Acate e Castelvetrano, scelti per un peculiare tratto criminale, o, come nel caso di Castelvetrano, perche' all'indomani della cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro. Nel corso dei nove incontri con i prefetti sono stati sentiti dalla commissione antimafia: 19 procuratori capo, 4 procuratori antimafia, i questori, i comandanti provinciali della Guardia dif inanza e dei carabinieri, nonche' i vertici delle direzioni investigative antimafia delle singole province. Una "caduta della tensione" che si e' tradotta in un sentimento di indifferenza, si legge ancora nella relazione, che ha determinato "l'assenza di associazioni antiracket in alcune province siciliane o la loro cancellazione per inattivita', riducendo la loro funzione, in alcuni casi, alla mera assistenza legale della vittima di estorsione senza che cio' si traduca in una attivita' di prevenzione e sensibilizzazione contro il racket". Sono 30, in tutto, le associazioni antiracket registrate nell'Isola, 31 se si considera quella in attesa di iscrizione a Ragusa, dove, nel 2021, ben tre associazioni sono state cancellate per inattivita'. Nella provincia di Agrigento, invece, non risulta alcuna associazione iscritta all'albo prefettizio. Di fronte all'evidenza delle inchieste, poi, e' emerso come gli estorti abbiano spesso negato di essere vittima di estorsione. In questo contesto, "il racket si e' trasformato nel pagamento generalizzato di piccole somme che, a fronte di minori entrate, hanno garantito una certa acquiescenza daparte degli operatori economici tradottasi in una collaborazione quasi spontanea degli estorti. Nuove forme di raccolta del pizzo anche attraverso le forniture e i servizi, con gli stessi estortori che emettono fattura per le loro attivita' nei confronti degli estorti".