La mazzetta per promuovere pm di Siracusa a Gela, Palamara: "Su di me solo fango"
"Ho chiarito ai pubblici ministeri di Perugia la mia totale estraneità a questi fatti che hanno leso la mia dignità di uomo": lo ha sottolineato il sostituto procuratore di Roma Luca Palamara al termine di un nuovo interrogatorio, durato circa tre ore, davanti ai pm del capoluogo umbro. Il confronto si è svolto negli uffici giudiziari perugini dopo che ieri sera Palamara era stato sentito per più di quattro ore a Roma, in una caserma della guardia di finanza.
Palamara, ex consigliere del Csm, è accusato di corruzione per avere ricevuto viaggi, anelli e decine di migliaia di euro per pilotare le nomine dei magistrati a capo delle Procure. "Ho chiarito che non ho mai ricevuto - ha sottolineato il magistrato - alcuna somma di denaro e mai e poi mai avrei interferito per la nomina del procuratore di Gela ( secondo l'accusa avrebbe preso una tangente di 40 mila euro attraverso gli avvocati siracusani Piero Amara e Giuseppe Calafiore per sponsorizzare il pm di Siracusa, Giancarlo Longo)) o per danneggiare qualche parte processuale nei procedimenti disciplinari. Ho chiarito tutti i fatti relativi ai viaggi, iniziando a fornire una una documentazione che grazie alla disponibilità dei pm perugini intendo continuare a dare per fugare ogni dubbio su qualsiasi ipotesi di pagamento di alcunché o di avere ricevuto utilità relative a viaggi o altri temi".
Ha voluto "mandare un segnale distensivo nell'interesse della magistratura tutta" l'ex consigliere del Csm Luca Palamara al termine dell'interrogatorio davanti ai pm di Perugia. "Non mi riconosco - ha detto ai giornalisti - su questa valanga di fango caduta sulla mia persona e sulla magistratura intera". "Non avrei mai inteso danneggiare alcuno - ha sottolineato Palamara -, tanto meno i colleghi del mio Ufficio verso i quali ho sempre manifestato stima, disponibilità e attenzione".
"Metto a disposizione di tutti, e l'ho fatto oggi con gli inquirenti di Perugia, il mio conto corrente": lo ha annunciato il magistrato Luca Palamara rispondendo ai giornalisti al termine dell'interrogatorio davanti ai pm del capoluogo umbro. Il magistrato ha detto di "rifiutare con nettezza e fermezza" l'accusa di avere ricevuto 40 mila euro dagli avvocati Calafiore e Amara per favorire la nomina, non andata in porto, di Giancarlo Longo a procuratore di Gela. "Sono state riportate a seguito di un'attività di intercettazione - ha detto ancora Palamara - frasi nelle quali evidentemente non mi riconosco e con cui volevo solo esprimere la mia delusione umana e professionale per quanto stava accadendo anche all'interno del mio Ufficio. Ora però deve venire prima di tutto l'interesse della magistratura. Nessuno, e tanto meno io, voglio permettermi di interferire su quelle che sono le scelte decisionali e autonome del Consiglio superiore della magistratura. E' il momento di fare una seria pausa di riflessione e sono sicuro che riuscirò a chiarire totalmente tutti i fatti e le vicende. Come ho già fatto questa mattina e come si evinceva per altro anche dal decreto di perquisizione. Sottolineando che mai e poi mai ho interferito e avrei potuto farlo - ha ribadito Palamara - sulla nomina del procuratore di Gela: per la semplice ragione che il Csm è un organo collegiale e in quegli anni nemmeno facevo parte della quinta Commissione, competente a decidere. Non rinnega il rapporto "di amicizia" con l'imprenditore Fabrizio Centofanti, il sostituto procuratore Luca Palamara. Lo ha detto ai giornalisti dopo essere stato sentito dai pm Perugia. "I rapporti di amicizia con Centofanti - ha spiegato Palamara - sono risalenti nel tempo, al 2008, circa dieci anni prima al suo coinvolgimento in fatti e vicende che non mi appartengono".
MAGISTRATI COINVOLTI NELLA BUFERA A ROMA, IL CSM CHIEDE INTERVENTO DEI PROBIVIRI
L'Associazione nazionale magistrati chiederà alla Procura dELe vicende che stanno investendo i giudici Palamara e Fava sono all'attenzione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che, già nei primi giorni di maggio, ha investito l'ispettorato del ministero del compito di svolgere "accertamenti, valutazioni e proposte". Lo si apprende da fonti di via Arenula.
Il Guardasigilli - che, come viene riferito dagli stessi ambienti, è molto preoccupato data la delicatezza della vicenda che coinvolgerebbe anche le nomine del Csm - tiene il massimo riserbo e si riserva di assumere ogni opportuna iniziativa quando il quadro sarà più chiaro, nel pieno rispetto dell'autonomia della magistratura che ha aperto un'inchiesta. gia, che sta indagando su diversi magistrati romani, a partire dall'ex presidente del sindacato delle toghe Luca Palamara, "gli atti ostensibili per poter avere una diretta conoscenza dei fatti e consentire una preliminare istruzione dei probiviri sulle condotte di tutti i colleghi, iscritti alla Anm, che risultassero in essi coinvolti".
Nel ribadire di seguire "con la massima attenzione l'evoluzione delle indagini della Procura di Perugia", l' Anm sottolinea che l'azione dei magistrati italiani "deve ispirarsi quotidianamente a principi di correttezza, trasparenza, impermeabilità ambientale, assoluta distanza e terzietà dagli interessi economici e personali. Ogni comportamento che si discosta da tali principi compromette e lede l'immagine dell'intera magistratura. Immagine che l'Anm intende tutelare". Di qui l'iniziativa di rivolgersi alla procura di Perugia per acquisire le informazioni necessarie per intervenire. "È un atto che riteniamo necessario per salvaguardare il lavoro, l'etica e l'impegno che ogni magistrato testimonia ogni giorno col suo lavoro".L'Anm ha convocato, con "assoluta urgenza" il proprio Comitato Direttivo Centrale per il 5 giugno prossimo per "valutare i fatti emersi e quelli che dovessero emergere" riguardo ai magistrati coinvolti nell'inchiesta di Perugia e di " adottare ogni conseguente iniziativa".
ISPETTORI DEL MINITERO INVIATI DA BONAFEDE
Le vicende che stanno investendo i giudici Palamara e Fava sono all'attenzione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che, già nei primi giorni di maggio, ha investito l'ispettorato del ministero del compito di svolgere "accertamenti, valutazioni e proposte". Lo si apprende da fonti di via Arenula.
Il Guardasigilli - che, come viene riferito dagli stessi ambienti, è molto preoccupato data la delicatezza della vicenda che coinvolgerebbe anche le nomine del Csm - tiene il massimo riserbo e si riserva di assumere ogni opportuna iniziativa quando il quadro sarà più chiaro, nel pieno rispetto dell'autonomia della magistratura che ha aperto un'inchiesta.