Da Totò Schillaci a Mateo Retegui: i migliori talenti siciliani in Nazionale
Borgo Nuovo e San Giovanni Apostolo, entrambi della zona di Palermo, ma anche Caltagirone e Alcamo. Sono quattro piccoli e grandi centri abitati da cui provengono altrettanti atleti che hanno vestito l’azzurro con fortune alterne. A qualcuno è toccata la gloria. A qualcun’altro l’orgoglio personale di avercela fatta, anche solo per una volta.
Mateo sarà certamente tra i protagonisti della competizione europea che sta per iniziare. Lui e Scamacca proveranno a portare quei gol che consentano di far scendere ulteriormente le quote sul bis dell'Italia disponibili sui siti scommesse per scommettere sugli Europei, dato che gli azzurri non sono dati propriamente per favoriti. Lanciato con la maglia azzurra da Roberto Mancini, Mateo Retegui esordisce nel migliore dei modi possibili: va subito in gol contro l’Inghilterra al Maradona, a marzo 2023, nella gara di qualificazione agli Europei in Germania (persa 1-2). L’italo-argentino nato a San Fernando ha collezionato finora sei presenza con la nazionale maggiore e quattro gol (un altro contro Malta e doppietta in amichevole contro il Venezuela). In attesa di Scamacca, Mateo potrebbe essere il punto di riferimento per l’attacco azzurro.
Ma il passato recente della nazionale italiana è fatto anche di atleti siciliani di nascita o di giocatori che hanno militato nelle principali squadre di club della Trinacria. Mario Balotelli è uno di questi: genio e sregolatezza allo stato puro. Epica l’esultanza dopo il gol alla Germania agli Europei 2012. Super Mario colleziona complessivamente 36 presenze in nazionale, 14 reti e cinque assist. Esordisce con Cesare Prandelli a 19 anni nella gara persa contro la Costa d’Avorio. Con l’Italia partecipa ad Europei (2012), Mondiali (2014) e Confederations Cup (2013) senza vincere alcun titolo. Di lui resta il ricordo del suo carattere incontenibile da eterno adolescente, che cresce a Borgo Nuovo, a due passi al CEP di Palermo.
Un salto indietro di oltre trent'anni ci riporta, invece, alle iconiche notti magiche di Italia ‘90. Lui è Antonio, ma nel quartiere di San Giovanni Apostolo (Palermo), lo chiamano Totò. Schillaci resta il calciatore palermitano più famoso della storia. Messina, poi Juventus, Inter e Júbilo Iwata. In mezzo la nazionale di Azeglio Vicini, con cui partecipa ai mondiali tricolore diventando capocannoniere del torneo con sei reti. Schillaci resta però un’insolita meteora del calcio azzurro: gioca solo dal ‘90 al ‘91: 16 presenze e sette reti. Nessun titolo con la maglia della nazionale. Ma lo sguardo sul rettangolo verde d’Italia ‘90 e l’esuberanza in campo lo eleggono a leggenda del calcio azzurro.
Ma il passato della nazionale si popola anche di altri calciatori siciliani, di nascita o di adozione, che a sprazzi hanno provato l’onore e l’orgoglio di vestire la maglia azzurra. Senza retrocedere troppo negli annali degli almanacchi sportivi, spuntano i nomi dei vari Antonino Asta e Giuseppe Mascara. Antonino Asta, di Alcamo, vive il miglior momento della sua carriera a Torino, dove in maglia granata gioca 73 partite per un totale di tre gol.
A convocarlo in nazionale maggiore è Giovanni Trapattoni per l'amichevole pre-mondiali 2002 contro gli Stati Uniti. Il Trap lo manda in campo da titolare con la numero sette. Sarà questa la sua unica presenza in maglia azzurra, a 31 anni. Mascara nasce a Caltagirone, ma calcisticamente dà il meglio a Catania dove resta dal 2005 al 2011, giocando 185 partite per un totale di 45 reti. La prima convocazione in nazionale maggiore è quella di Marcello Lippi, per l’amichevole del 19 novembre 2008 contro la Grecia. La prima e unica partita giocata in azzurro dal primo minuto è però quella del 6 giugno 2009, a 27 anni, nell’amichevole Italia-Irlanda del Nord (3-0) giocata a Pisa.