Aggressione ai medici di Catania, l'Ordine chiede incontro a Prefetto
"Ho firmato proprio oggi una richiesta di incontro con il prefetto di Catania a cui chiederemo delle iniziative concrete contro le aggressioni ai sanitari: la presenza dell'esercito su tutte". Così il vicepresidente dell'Ordine dei medici di Catania Pino Liberti, intervenuto a "L'Intervista" su Rei Tv. "So che non possiamo mettere la polizia in ogni pronto soccorso della provincia etnea, non ci sono forze che bastino, ma se cominciamo a considerare queste aggressioni, che non sono solo fisiche ma anche verbali, un'emergenza, come abbiamo fatto per il Covid, potremmo chiedere l'aiuto dei militari. Non possiamo pensare ad una militarizzazione degli ospedali - ha puntualizzato - ma la presenza dell'esercito almeno nei pronto soccorso, con funzione di deterrenza, è qualcosa che si può pensare e che chiederemo. Non è un caso se molti colleghi che lavorano nell'emergenza-urgenza scappano, la solidarietà non basta più è l'ora di passare ai fatti".
Nel 2024 ci sono stati 20 casi gravi di aggressione ai soccorritori del Seus 118, con un aumento, dall'estate ad oggi rispetto ai primi mesi dello scorso anno e dell'intero anno precedente, esponenziale secondo il presidente del 118 in Sicilia Riccardo Castro, sempre ospite su Rei Tv de "L'Intervista". "C'è un degrado civico importante che pone a seri rischi questi sanitari - ha aggiunto - che fanno trasporti emergenziali extraospedalieri. Venti sono le aggressioni denunciate ma ci sono anche numerose situazioni, aggressioni verbali o ai mezzi, che non vengono rilevate".
"Come Seus - ha puntualizzato - ci siamo attivati come contro questo fenomeno e abbiamo iniziato a proporre una serie di iniziative, partendo dalla sensibilizzazione nelle scuole, in collaborazione con l'assessorato regionale alla Salute e tutte le prefetture siciliane. Inoltre con la prefettura di Palermo siamo in una fase di studio avanzata per quanto riguarda le body cam e il panic button che consenta in caso di aggressione di contattare immediatamente le sale operative delle forze di polizia. Nel contempo - ha concluso - ci siamo costituiti parte civile nei procedimenti penali contro gli aggressori e abbiamo garantito l'assistenza legale e il supporto psicologico ai nostri ragazzi aggrediti".